TERMOLI – “Forme dal fuoco”, la mostra nell’officina solare gallery

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TERMOLI. A partire dal 21 giugno fino al 3 luglio, dalle 19 alle 21, si terrà l’inaugurazione della mostra d’ arte “Forme al fuoco”, via Marconi 2, ce ne riferisce la critica d’arte Gioia Cativa. “Forme dal fuoco” è il titolo è la mostra che verrà presentata domani presso la Galleria Solare di Termoli e vedrà la partecipazione di artisti conosciuti sia in regione che oltre, quali Cleofino Casolino, Massimo Antonelli, Michele Carafa e Nino Barone. Le opere saranno in mostra dal 20 giugno al 3 luglio 2014 e i visitatori potranno ammirare pregevoli lavori in terracotta, simboli della creatività di questi artisti. La cura della mostra è affidata al giovane critico d’arte Gioia Cativa che nel testo di presentazione scrive: “Forme dal fuoco” è una collettiva d’arte dal duplice significato: in virtù delle opere esposte al pubblico, ovvero piccole e medie sculture in terracotta. Da un lato, possiamo intendere il titolo da un punto di vista prettamente letterale, potremmo pensare ai manufatti di terracotta come il risultato finale di un processo di lavorazione che termina con la cottura nei forni ad altissime temperature: dal fuoco si generano quelle forme che osserviamo davanti a noi e che possiamo apprezzare. È la forza primordiale del fuoco, che avvolge le stesse, le forgia, le rende indistruttibili e tangibili quanto artisticamente uniche. La fiamma è vista come una mano creatrice che plasma e dona vita alla creatività degli artisti, di coloro che ideano e si affidano al fuoco per creare.Da un punto di vista, invece, più metafisico, empatico o filosofico, il fuoco nell’arte ha rappresentato e, forse, rappresenta tutt’ora nel contemporaneo la forza purificatrice, quel simbolo di cambiamento e rinnovamento nel segno della distruzione e della rinascita. Nel secondo dopoguerra, l’arte conosce le combustioni di Alberto Burri, il suo studio del fuoco direttamente sull’opera, le sensazioni che si scatenano da essa, accompagnata dalla convinzione che non sia simbolo di distruzione, bensì l’annuncio di qualcosa di nuovo, che diventa una vera e propria forma di purificazione, soprattutto nelle performances degli anni ’70. Allo stesso tempo, il fuoco diviene una di quelle immagini simboliche sempre più ricche ed articolate della contraddizione umana: protesa verso il nuovo, alla scoperta e al progresso ma allo stesso tempo incapace di dominare realmente con la ragione e con la scienza le forze più profonde della natura. Qui nella collettiva “Forme dal fuoco” vogliamo “leggere” la creazione di queste opere attraverso una visione metafisica, osservando un sentimentalismo ed una spiritualità che si esterna, si appropria di forme nuove per emanciparsi, liberarsi e venire fuori, rendendosi, così, comprensibile all’occhio profano…(…)”

 

 

 

 

 

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