
CAMPOBASSO – La consigliera di Parità Giuditta Lembo alla luce dell’ennesimo atto di violenza contro una donna, avvenuto questa volta a Termoli, ha chiesto alla Regione Molise di valutare la possibilità di costituirsi parte civile così come previsto dalla Legge regionale n.15 del 2013 contro la violenza di genere che all’art.11 comma 1.
Così recita: ”La Regione ha facoltà di costituirsi parte civile in tutti i processi celebrati nel suo territorio aventi ad oggetto reati che presuppongono l’esercizio di condotte violente, anche di carattere morale, ai danni delle donne e dei minori di età”.
La costituzione di parte civile della Regione, nonché l’attivazione del Codice rosa presso i Pronto soccorso e la previsione di un piano triennale di finanziamenti sono stati alcuni tra gli emendamenti presentati dalla stessa Consigliera e recepiti poi nella Legge contro la violenza di genere, dopo la propria audizione dinanzi alla IV Commissione del Consiglio regionale.
“Sono fiduciosa –sottolinea la consigliera Lembo- soprattutto nell’attivazione del Codice rosa grazie alla sinergia tra l’Istituzione da me rappresentata e la Procura Generale nonchè le Procure di Campobasso, Larino e Isernia, la Regione Molise e l’ASREM e credo saremo i primi in Italia a realizzarlo contemporaneamente presso tutti i Pronto soccorsio della regione. E’ fondamentale che le Istituzioni affianchino le vittime alfine di infondere nelle stesse il coraggio necessario per affrontare un lungo percorso spesso pervaso da solitudine e sconforto. Anche il Comune di Termoli può considerare questa possibilità, così come le Associazioni femminili e i Centri antiviolenza, perché solo facendo fronte comune riusciamo a dare una risposta concreta e decisa contro questo grave fenomeno. Investire inoltre nella prevenzione ed informazione sono altri due aspetti molto importanti e ineludibili. Per quanto concerne la formazione -continua la Lembo- siamo tra le Regioni virtuose che hanno realizzato due corsi di formazione frutto della Convenzione sottoscritta tra l’ Ufficio di parità da me rappresentato e il “Centro di documentazione, ricerca e iniziative sulle culture di genere” presso l’Unimol, l’uno lo scorso anno e l’altro in corso di svolgimento, che rappresentano un intervento concreto che va nella direzione di specializzare gli stakeholder su come intervenire adeguatamente nei confronti delle presunte vittime.”
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