BOJANO – L’ ISISS partecipa alla campagna #BringBackOurGirls per la Nigeria, che piange le sue figlie

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BOJANO. Anche gli studenti dell’ISISS partecipano alla campagna mondiale di sensibilizzazione per il rilascio delle 223 liceali rapite in Nigeria dai ribelli integralisti di Boko Haram.

 

Gli alunni hanno seguito il suggerimento della giovanissima Malala Yousafzai, la ragazza pachistana sopravvissuta ad un attacco dei talebani, che ha sottolineato  quanto sia importante ”non rimanere in silenzio” perché così facendo potrebbe succedere ”ancora e ancora”.

 

Ma perché queste alunne sono state rapite?

«Ho rapito le vostre figlie, le venderò al mercato in nome di Allah. Appartengono a lui».

In un lungo video pubblicato oggi Abubakar Shekau, leader dei fondamentalisti, ha rivendicato il sequestro, minacciando di “vendere al mercato” le ragazze, come spose.

«Rapite perchè hanno studiato». L’uomo, circondato da altri sei col volto coperto, ha detto di tenere le studentesse come «schiave», di averle sequestrate perché «l’educazione occidentale deve cessare», riprendendo uno degli slogan del gruppo il cui nome, Boko Haram, è traducibile con «l’educazione occidentale è peccato». Per Shekau la colpa delle ragazze è stata quella di studiare: «Devono lasciare la scuola ed essere date in sposa».

Le adolescenti, tutte tra i 12 e i 17 anni di età, sono infatti state prelevate a metà aprile da un commando proprio a scuola, a Chibok, nello Stato del Bordo. In 53 sono riuscite a fuggire, ma 223 sono ancora nelle mani dei terroristi, mentre sono circolate notizie su un loro possibile trasferimento in Ciad o Camerun dove sarebbero state vendute per 12 dollari ciascuna. Una tesi sostenuta anche dal Dipartimento di Stato Usa, secondo cui le studentesse sarebbero già state portate all’estero.
Dopo l’appello del segretario di Stato Usa John Kerry, che da Addis Abeba si è unito alla protesta di Lagos affermando “gli Usa faranno tutto il possibile per aiutare la Nigeria nel caso del rapimento”, anche  il ministro degli Esteri italiano Federica Mogherini ha invocato una mobilitazione internazionale e una mobilitazione politica dell’Unione europea in sostegno agli sforzi per la liberazione delle studentesse rapite in Nigeria: “Per questo – ha detto – al prossimo consiglio Affari esteri chiederò all’Alto rappresentante, Catherine Ashton, e ai miei colleghi dell’Ue che vi sia una forte iniziativa politica in sostegno delle azioni volte alla liberazione delle ragazze”.
Testimonianza due liceali riuscite a fuggire
Due liceali hanno descritto come sono state catturate: “Sono entrati nella nostra scuola e ci hanno fatto credere che erano soldati”, hanno raccontato Amina Sawok e Thabita Walse, al The Punch. “Indossavano divise militari: quando abbiamo scoperto la verità era troppo tardi e non abbiamo potuto fare molto. Gridavano, erano maleducati. Ecco perché abbiamo capito che erano ribelli. Poi hanno cominciato a sparare e hanno appiccato il fuoco alla scuola. Hanno anche sparato alle guardie armate di protezione della scuola”.

Le due studentesse hanno raccontato anche la fuga dal camion che le trasportava: “Il nostro veicolo aveva un problema e si è dovuto fermare. Ne abbiamo approfittato per cominciare a correre e ci siamo nascoste nei cespugli. Ora sto bene, sono forte fisicamente. Ma non posso gioire perché le mie amiche e compagne di classe sono ancora in mano ai terroristi.

 

 

Intanto gli studenti dell’ISISS si reputano fortunati perché dalle tante ricerche effettuate si sono resi conto che gli attacchi contro le scuole sono diventati una triste consuetudine nella zona nord-orientale della Nigeria. Secondo un rapporto pubblicato a marzo dall’Ufficio per gli affari umanitari dell’Onu 115 scuole e 22 centri educativi sono stati distrutti nel 2014.

Quindicimila studenti da mesi non hanno accesso all’istruzione, 151 sono morti nello stato nord-orientale dello Yobe dal 2013.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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