POST SISMA – Sulla destinazione del villaggio di San Giuliano di Puglia si riapre la polemica

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CAMPOBASSO – Si ritorna a parlare del centro di accoglienza di San Giuliano di Puglia dove dovrebbero arrivare circa mille migranti.

Sul problema che è veramente un problema serio per l’impatto sociale che comporta per la carenza di infrastrutture e servizi sociali e sanitari che mancano in un’area che stenta a riprendersi dal terremoto del 2002 è intervenuta l’on. Venittelli alla Camera dei deputati. In una interrogazione rivolta al Ministro dell’Interno Minniti dice:

“Se il Ministro non ritenga opportuno adottare le misure necessarie, nell’ambito delle sue proprie prerogative, al fine di garantire la sicurezza per le popolazioni residenti e per gli ospiti,a garantire un presidio sanitario all’interno del villaggio provvisorio, nonché al fine di allineare le iniziative adottate alle previsioni del decreto del Ministero dell’Interno sulla riforma del sistema dell’accoglienza, anche al fine di giungere ad un utilizzo alternativo del villaggio per la ripresa sociale e produttiva (agricoltura e territorio), nonché per  valorizzare l’accoglienza diffusa considerata la presenza cospicua di centri Sprar sul territorio;

Se non ritenga necessario coinvolgere nel processo decisionale anche le comunità vicine, Colletorto, Montelongo, Larino, Rotello, Montorio nei Frentani, Bonefro, Casacalenda e Santa Croce di Magliano, per la gestione del centro di accoglienza”.

Va considerato che il Molise è sempre di più terra di accoglienza per i rifugiati e richiedenti asilo e per quanti a vario titolo arrivano in Italia. Nel giro di un anno(dati 2016), spostando le persone accolte sono passate da 1.400 circa a 2.606 il rapporto dei profughi per ogni 10.000 residenti da 45 a 84, una delle percentuali più alte in Italia;

I Centri Sprar distribuiti sul territorio sono oltre venti e ospitano circa un quinto dei richiedenti asilo, hanno dato finora buona prova sotto il profilo del rapporto con la popolazione locale, sia per l’impegno delle amministrazioni che per la migliore gestibilità dei piccoli gruppi. In continua evoluzione gli arrivi d’emergenza, distribuiti in un numero crescente di comuni; è, necessario, però, tenere in considerazione l’impatto su un territorio già così provato di un numero così elevate e si vuole finalizzare nel tempo o, in proporzione agli abitanti, di migranti da accogliere:si parla di un paese molto piccolo e le condizioni date non paiono adeguate a garantire gli standard per l’accoglienza e la tutela dei migranti indicati dallo stesso Ministero.

Però qui bisogna essere chiari. E viaggiare in una direzione o nell’altra. O si ragiona su un villaggio di accoglienza in maniera seria e concreta proponendo quanto sia necessario per dotarlo di ogni servizio per i profughi, circa mille persone che dovrebbe arrivare a San Giuliano affrontando le problematiche del caso e la gestione complicatissima di un’accoglienza che non è solo tale ma certamente con ben altri interventi e programmi da realizzare, o si parla di altro. Ma bisogna essere convinti e determinati nel sostegno a quanto si dice e si suggerisce come alternativa. Di anni, mesi giorni ore e minuti se ne sono avuti a iosa per 15 anni. Se si vuole fare altro i Comuni del posto gli Enti locali avrebbero dovuto da tempo rifiutare l’operazione migranti e tenere pronto nel cassetto un progetto per realizzare una imprescindibile  riqualificazione infrastrutturale e riprogettazione di sviluppo ricominciando dalla vocazione principal che è quella agricola dove inserire un’idea progetto che potesse ricomprendere anche un villaggio come quello di San Giuliano di Puglia che comunque rappresenta la storia di un periodo sebbene amaro di un’area regionale e soprattutto. di un paese. Adesso tenere due palloni al centro del campo e non sapere con quale iniziare la partita pur sapendo con quale poi si batterà il calcio d’inizio è puramente accademico e inutile.

Aldo Ciaramella

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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