CONSORZIO DI BONIFICA – “Noi Consorziati Nostro Malgrado”, tributi senza ricevere alcun servizio consortile

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VENAFRO – La vita é bella perché é varia e ce n’è per tutti i gusti. Si prenda la situazione del Consorzio di Bonifica di Venafro.

C’è chi sollecita, a ragione, la conclusione del commissariamento, chi pensa alle prossime elezioni consortili e chiede che vengano indette quanto prima avendo in mente evidentemente di candidarsi e chi, suo malgrado, è costretto a versare ingiustificatissimi tributi all’ente pur non ricevendo alcun servizio consortile, dal momento che le sue proprietà ricadono da decenni, cioè da una vita, in zone urbanizzate e come tali lontane anni luce da tutto quanto attiene all’agricoltura ed ai servizi dell’ente.

Ed allora soffermiamoci  proprio su tale ultimo aspetto: i tributi che tanti sono costretti a pagare in base a regio decreto dei primi del ‘900, ossia una norma che definire datatissima è dire poco! Perché soffermarci su tale questione, bypassando il resto? Lasciamolo dire ai diretti interessati, ossia a quanti si sono autodefiniti “Noi Consorziati Nostro Malgrado” (NCNM).

“La rabbia e la contrarietà di centinaia e centinaia di noi contribuenti consortili nostro malgrado -spiegano questi-  lievitano ogni volta che si chiede immotivatamente il nostro denaro, trattandosi di un prelievo forzato, gratuito ed immotivato dalle nostre tasche. Pagheremmo ben volentieri se ricevessimo servizi dal Consorzio, ma questo da anni non avviene in quanto le nostre proprietà ricadono da tempo in zone urbanizzate e come tali non più nelle condizioni di fruire dei servizi consortili. Perciò le nostre domande, che continuiamo a proporre senza ricevere risposte: perché imporci tributi senza dare nulla in cambio? Perché non cancellarci dagli elenchi consortili, non avendo motivo di essere iscritti? Perché continuare a rifarsi ad un decreto regio dal quale scaturirebbe l’obbligo del tributo, senza adeguarsi al terzo millennio ed alle sue novità? Se la situazione topografica ed urbanistica di Venafro è radicalmente cambiata rispetto ad un secolo scorso, perché non prenderne atto facendo venir meno i nostri immotivati obblighi contributivi? Nessuno risponde e la nostra contrarietà conseguentemente non accenna a rientrare”.

Quanti i contribuenti coinvolti nella faccenda e di quanti euro globalmente parliamo?

“Siamo diverse centinaia, forse più di mille, per un ammontare complessivo di denaro che sfiora i 100mila euro! Trattasi cioè di autentico problema sociale, dati i numeri. Torniamo perciò a chiedere di essere sollevati una volta per tutte da siffatti obblighi contributivi, nel rispetto dei nostri diritti”.

Verranno finalmente recepite siffatte istanze? Staremo a vedere…

                                                                                                                  Tonino Atella

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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