AREA DI CRISI – La Cgil detta alla Regione i tempi e le regole del confronto con i sindacati

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CAMPOBASSO – Il rapporto e il confronto con i sindacati vanno cambiati nel merito e nel metodo. Lo ha ribadito la Cgil al tavolo regionale con Cisl e Uil presenti l’assessore Veneziale e il presidente Frattura.

Nel metodo occorre una vera condivisione preventiva delle organizzazioni sindacali e del partenariato con invio puntuale della documentazione inerente l’intera procedura in anticipo. Il sindacato non può e non vuole essere coinvolto solo a cose già decise ratificando atti e procedure non condivise.

Nel merito è stata ribadita la necessità che la Giunta si adoperi nei confronti del Governo nazionale su due fronti:

1) recupero di risorse aggiuntive a valere sulla legge 181 poiché i 15 milioni promessi dal Governo nazionale a fronte di potenziali investimenti pari ad un miliardo e seicento milioni, risultano troppo pochi pur in attesa di comprendere l’entità dei progetti reali e dell’impegno ad ulteriori eventuali stanziamenti . Il rischio che la dotazione finanziaria del fondo cristallizzata  alle 9 aree di crisi complesse di 3 anni orsono sia insufficiente per garantire il fabbisogno delle attuali 15 aree di crisi, con conseguenti tagli a cascata.

2) Necessità assoluta e urgente di spingere sul Governo centrale affinchè lo stesso stanzi  risorse aggiuntive per tutti i tipi di ammortizzatori sociali legati alla effettiva ripresa produttiva . Ovvero, se lo stesso Governo prevede un periodo minimo di rilancio di almeno 2/3 anni dal momento in cui si rilascia il via libera al progetto esecutivo, dobbiamo garantire ai lavoratori un sostegno per mantenerli agganciati per l’effettiva rioccupabilità degli stessi.

In aggiunta, la  Regione d’intesa con le altre regioni, deve pretendere dal Governo, la riapertura della discussione sugli ammortizzatori sociali a valere per tutto il territorio regionale (extra dall’area di crisi complessa e semplice) , vi sono comunque realtà produttive o ex realtà produttive in crisi con centinaia di lavoratori in difficoltà o a cui non vengono riconosciuti ammortizzatori.

3) La profilazione dei lavoratori, dopo mesi di discussione, ancora non esprime effettivamente la quantità dei lavoratori coinvolti e quali siano i loro profili. Il tutto a discapito delle politiche attive e passive e del fabbisogno economico  necessario per rendere esigibile il diritto in capo ai lavoratori. Quanti sono  i lavoratori interessati agli LPU, auto impiego, accompagnamento alla pensione, bonus assunzionale, riqualificazione professionale ecc., sono tutti elementi prioritari per un quadro dettagliato dei fabbisogni.

“Da ultimo – ha puntualizzato il segretario regionale organizzativo Franco Spina –  abbiamo sottoposto alla Regione il tema dei bandi a valenza regionale, annunciati da mesi e a tutt’oggi ancora non concretizzati. I bandi dovrebbero riguardare le prime azioni sulle politiche attive che tanti lavoratori attendono.

Apprezziamo che la stessa Regione riconosca il tema ammortizzatori sociali quale elemento importante su cui lavorare, attendiamo atti concreti verso il Governo nazionale, così come prendiamo atto dell’impegno assunto di inviarci i dati raccolti sulla platea di lavoratori fin qui ottenuti anche attraverso l’inps, e dell’inoltro delle bozze dei primi bandi entro la metà della prossima settimana.

Siamo in attesa quindi – ha concluso Spina –  di conoscere informazioni e dati che da tempo avevamo chiesto al tavolo tecnico, continuiamo a ritenere che una vera svolta si otterrà  solo in presenza di un cambio di passo. La CGIL continuerà a sollecitare la Regione nel merito, continuerà ad informare i lavoratori, consapevole che la crisi occupazionale e sociale non può attendere i tempi lunghi della politica. Le più volte annunciate azioni a sostegno della ripresa produttiva devono trovare rapida concretizzazione,  senza attendere tempi lunghi e scadenze elettorali”.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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