POZZILLI. Il nostro cervello, un organo che pesa circa 1300 grammi, è al centro della nostra esistenza e custodisce i nostri ricordi, i nostri pensieri, la possibilità di esprimerci e di comprendere il mondo e i nostri simili. Eppure questo organo potente, tanto complesso quanto prezioso, è soggetto a modifiche fisiologiche e a graduali cambiamenti strutturali e funzionali. Ciò è collegato alla riduzione del volume e della quantità delle cellule nervose e del numero delle sinapsi. L’invecchiamento cerebrale e la conseguente morte delle cellule nervose per apoptosi inizia già verso il terzo decennio di vita per poi intensificarsi a 70 anni.
Questa tematica si affronta quest’oggi, venerdì 9 maggio, al POLO DIDATTICO NEUROMED durante il corso di formazione organizzato dal PROF. CLAUDIO COLONNESE dal titolo: “IMAGING DELL’INVECCHIAMENTO CEREBRALE”.
“Lo scopo del corso – afferma il Prof. Claudio Colonnese – è quello di valutare sia dal punto di vista clinico radiologico l’influenza dell’età sulle funzioni cerebrali, sia quelle superiori che quelle che comandano l’attività motoria, per fornire agli operatori sanitari la possibilità di individuare il confine tra senescenza e malattia.”
Saranno presenti numerosi esperti: un focus particolare sarà quello dedicato alle demenze, alle vasculopatie cerebrali e alle patologie extrapiramidali ipo e ipercinetiche affrontate dagli esperti del CENTRO PER LO STUDIO E LA CURA DELLE DEMENZE: ALZHEIMER E MALATTIE NEURODEGENERATIVE DELL’ IRCCS NEUROMED.
Occorre infatti sottolineare che la regione che più risente degli effetti dell’età è proprio l’area del nostro cervello deputata alla formazione della memoria, una delle riserve più importanti di precursori neuronali durante la vita adulta.
Ad intervenire sul ruolo della Medicina Nucleare come strumento di diagnosi per l’invecchiamento cerebrale è il DOTT. AGOSTINO CHIARAVALLOTTI dell’Università degli Studi di Roma TOR VERGATA. Con la PET TV infatti si possono misurare parametri funzionali cerebrali come ad esempio il flusso e il metabolismo dell’ossigeno e del glucosio e alcuni sistemi di neurotrasmissione, in modo da ottenere dati fondamentali sulle alterazioni della funzionalità cerebrale per numerose patologie neurologiche a forte impatto sociale quali Alzheimer, malattia di Parkinson e parkinsonismi e patologie cerebrovascolari.
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