EVENTI – Il ‘Porrajmos dimenticato’, Isernia pronta a ricordare

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ISERNIA – In pochi, facendo riferimento all’Olocausto e alla Shoah, ricordano il Porrajmos, la persecuzione subita dalle minoranze rom e sinti nel periodo nazista.

Tuttavia, insieme agli ebrei, furono 500mila, se non di più come sostengono alcuni storici, gli zingari sterminati nel corso della Seconda Guerra mondiale.

Numeri insabbiati e spesso sottovalutati quelli della “devastazione, del grande divoramento” che ha colpito le popolazioni nomadi di tutta Europa. La creazione di campi di concentramento fascisti a loro riservati sul territorio italiano (tra questi quelli a noi vicini di Agnone e delle Tremiti), la deportazione verso i lager dell’Est Europa, sono stati, per lungo tempo, ignorati.

Solo nell’ultimo decennio, questa terribile pagina di storia è tornata alla luce, abbattendo quell’assordante silenzio che l’ha, a lungo, caratterizzata.

Una la data simbolo di questa tragedia: il 2 agosto 1944, quando a Birkenau, in una sola notte, furono brutalmente assassinate le minoranze etniche deportate nel campo e rimaste ancora in vita: donne, bambini, uomini senza distinzione: in migliaia.

La loro unica colpa l’essere ‘zingari’. A distinguerli dagli altri, oltre al numero inciso sulla pelle, la lettera “z” cucita sulla divisa. A renderli “irrecuperabili”, agli occhi dei nazisti, il loro essere “indegni, degenerati, asociali, ladri, non integrabili, genericamente criminali”.

Parole che ancora oggi, immemori della follia che ha caratterizzato quel recente passato, sono abusate e associate a queste popolazioni. Troppo spesso oggi sulla bocca di una pericolosa intolleranza.

In occasione della Giornata della Memoria, perché non accada ancora, proprio ‘Il Porrajmos dimenticato’ sarà al centro di un convegno, che si svolgerà a Isernia giovedì 26 gennaio. L’appuntamento culturale è, dalle 10.30 alle 13, nella sala convegni della Provincia in via Berta.

L’evento, patrocinato dalla Regione Molise, dalla Provincia di Isernia, dal Comune e dalla Direzione scolastica regionale, è organizzato dall’Associazione Rowni Roma Women Network Italy (rete nazionale delle donne rom e sinti), in collaborazione con la Cooperativa Romano Drom e la Cooperativa Sociale Il Geco. Saranno presenti in sala 300 studenti degli istituti scolastici regionali.

L’evento – spiega Concetta Sarachella, presidente dell’Associazione Rowni – nasce per ricordare che, oltre a molti ebrei uccisi nei campi di concentramento,  c’erano anche tanti rom e sinti. Alla manifestazione interverranno testimoni della persecuzione. Credo che, più del fatto storico, sia molto efficace la testimonianza diretta di chi ha vissuto questi drammi, perché sono i loro racconti a rimanere nei ricordi e a far cambiare le persone.

Troppo spesso la storia non ci insegna nulla, oggi siamo ancora discriminati, il Porrajmos per noi – denuncia – non è ancora finito, anche se si manifesta sotto altre forme; siamo bombardati continuamente da internet, tv, giornali che riportano solo notizie negative, poche volte quelle positive; ancora oggi sentiamo dire da classi politiche, che i rom e i sinti dovrebbero tornare nei campi di internamento, creando un distacco da quella che è la vera realtà delle cose.

Negli stessi campi di concentramento, i rom e i sinti furono doppiamente discriminati – ricorda – separati dagli altri internati. È difficile eliminare etichette e pregiudizio, lo si può fare attraverso una partecipazione attiva delle minoranze”.

Ai media Concetta assegna un ruolo fondamentale: “Bisogna attivare una conoscenza migliore anche  attraverso i mezzi di comunicazione. Una stampa libera – conclude – è una stampa responsabile”.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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