VIABILITA’ – Il Liscione ripropone rischi problemi e quindi interventi nuovi e urgenti

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CAMPOBASSO – Risolleviamo il problema del Liscione e della sua viabilità. Alla luce della ripresa nei loro movimenti delle numerose faglie tettoniche che si sono riaccese nel centrosud compresa quella dei Monti frentani al momento “spenta” ma comunque tenuta sempre sotto controllo da sismologi e da geologi e quella che comunque ci scuote da qualche settimana di Vinchiaturo-Mirabello e che certamente non si possono più raccontare come il mostro immaginario o come fantasmi allarmistici di marca strumentale. Non è certamente allarmismo questo che vogliamo sottolineare ma un invito e un appello a progettare soluzioni idonee per qualsiasi evenienza che crediamo siano un procedimento amministrativo di sana politica sociale e di matura responsabilità civile.

Veniamo a noi. Invaso del Liscione. Da tempo abbiamo sentito parlare di una circumlacuale che avrebbe dovuto baipassare il viadotto del Liscione alla sua sinistra, direzione Termoli, sul tracciato della vecchia Statale 87. Una strada che all’epoca, una quindicina di anni fa, avrebbe dovuto costituire una porzione dell’Autostrada San Vittore-Termoli prevista in idea progettuale per una spesa di circa  200 milioni di euro ora diventata necessaria per tamponare qualsiasi evenienza e quindi da riproporre con forza per creare un’alternativa concreta e sicura alla viabilità verso il mare. Al momento potrebbe risultare sufficiente anche l’allargamento e il miglioramento della vecchia Statale 87 interdetta con la costruzione del Liscione, nel tratto che arriva sino al bivio di Guardialfiera.  In caso di chiusura dell’Ingotte Campobasso e il Molise rimarrebbe  spezzato in due.

Abbiamo annotato nelle passata settimana la paura per un’ipotetica esondazione dello stesso invaso, per l’allagamento della Fondovalle, causa lo straripamento del Biferno, e quindi anche la possibilità,  grazie al cielo scampata, di dover assistere alla chiusura della diga e quindi della Statale 87. Un tema quello del collegamento verso Termoli da riconsiderare da subito anche attraverso la riapertura del tratto ferroviario Campobasso-Termoli. L’abilitazione al traffico ferroviario della linea ferrata verso il basso Molise al momento pare sospesa. Un provvedimento inconcepibile e inammissibile se si considera la spesa ultima di qualche anno di un ventina di milioni di euro, realizzata per la sostituzione di travertine, buttata al vento in questo caso e si pensa all’utilità del servizio per i motivi sopra accennati e in particolare nei periodi di forti nevicate e alluvionali, quando la Bifernina potrebbe diventare intransitabile o pericolosissima.

La Regione da parte sua conferma che con una media di 6-10 passeggeri al giorno sui treni verso Termoli è difficile mantenere una linea che ha un costo di 18 mila euro. Noi aggiungiamo che per tutta la serie di ragioni che abbiamo esposto nel mentre la linea si riapra, si proceda ad una programmazione promozionale del treno con pacchetti offerte treni bus integrati soprattutto per studenti universitari e lavoratori e si studino treni coincidenze con i treni verso il Sud e il Nord dell’Italia di passaggio a Termoli  e si valutino le opportunità di rimettere in piedi vettori su ferro che raggiungano la vicina Pescara dove tanti sono gli studenti universitari iscritti che al momento si servono del Bus e che certamente preferirebbero delle corse dedicate con percorrenze quasi dirette. Un po’ di voglia di Molise un po’ di fantasia e un po’ di interesse per riportare un mezzo di locomozione antico e sicuro al centro della mobilità attiva visto che si parla sempre e puntualmente di inquinamento di rischio stradale e quant’altro.

Togliere cancellare, tagliare costi  è facile, lo sanno fare tutti. Abbiamo servizi come questi che non  possono essere azzerati. Proviamoci a riconsiderare migliorare e promuovere alcuni presidi essenziali portandoci fuori dal solito mero e cinico calcolo finanziario. Il trasporto pubblico e la sua sicurezza  vanno al di là di ogni considerazione di questo tipo, hanno una matrice sociale e di utilità insostituibili.

Aldo Ciaramella

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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