MEDICINA – Metodi integrati nella lotta ai tumori

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CAMPOBASSO – Specialità integrate, un metodo per l’ottimizzazione del  trattamento radioterapico avanzato per i tumori del testa collo. Una ricerca condotta dalle Unità Operativa di fisica sanitaria e radioterapia oncologica che riporta la fattibilità di questa complessa strategia è stato pubblicato sulla rivista British Journal of Radiology:< Negli ultimi anni – spiega il Dottor Savino Cilla, primo autore del lavoro e responsabile della U.O. di Fisica Sanitaria – l’intensificazione dell’uso della radioterapia per il trattamento dei tumori del testa-collo, mediante l’utilizzo di frazionamenti non convenzionali e/o chemioterapia concomitante, si è tradotta in un miglioramento del controllo locoregionale del tumore e del rateo di sopravvivenza, ma al costo di più elevati ratei di tossicità legata al trattamento. In particolare, l’incidenza della disfagia radioindotta (cioè la difficoltà a deglutire, un danno grave che può rendere necessaria l’alimentazione attraverso una gastrostomia) è considerevolmente aumentata, come riportato dalla letteratura internazionale. Soltanto recentemente si è compreso che la prevalenza di questo disturbo è stata per lungo tempo sottovalutata e che esso dovrebbe essere considerato una delle tossicità che limitano la dose della radiochemioterapia per l’impatto negativo sulla qualità della vita del paziente sia per i rischi associati a complicazioni dovute all’aspirazione>. Il dott. Savino Cilla spiegando poi come queste tecniche abbiano consentito di irradiare neoplasie di qualunque forma complessa ed irregolare, poste in prossimità di organi sensibili, minimizzando tossicità ed effetti collaterali e nel contempo di incrementare la dose somministrata al tumore rispetto alla Radioterapia tradizionale migliorando così l’efficacia terapeutica del trattamento ha ammesso che <nessuno studio scientifico ha esplicitamente mostrato la fattibilità della tecnica VMAT nel ridurre anche la dose alle strutture anatomiche rilevanti coinvolte nella disfagia. In questo studio effettuato su 15 pazienti con tumori del testa-collo, abbiamo esplorato il potenziale della tecnica VMAT nel risparmiare anche gli organi della deglutizione e investigato se l’entità del risparmio di dose nelle strutture legate alla deglutizione (ad esempio, i muscoli della faringe e la laringe) si traducesse in una riduzione significativa dei valori della probabilità di complicanze per la disfagia. I nostri risultati mostrano per la prima volta a livello internazionale che i trattamenti con la tecnica VMAT hanno il potenziale di risparmiare in modo significativo anche le strutture anatomiche legate alla deglutizione, a parità di controllo locale della malattia>.

 

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