
CAMPOBASSO – La Squadra Mobile della Polizia di Stato ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di due fratelli residenti a Campobasso. I due sono accusati di una rapina aggravata avvenuta il 26 marzo scorso ai danni di un ristorante situato nel cuore del centro storico.
Secondo le indagini, comunica la procura di Campobasso “I sospettati avrebbero cenato nel locale e, al momento di saldare il conto, minacciato il titolare con delle forbici per farsi consegnare il denaro. Una colluttazione è seguita tra i rapinatori, il proprietario e due dipendenti accorsi in suo aiuto, durante la quale uno dei lavoratori e il titolare sono stati feriti con un coltellino.
Gli agenti della Polizia di Stato hanno rintracciato e arrestato i presunti colpevoli poche ore dopo l’accaduto, a seguito di una segnalazione. Tuttavia, la loro scarcerazione immediata, disposta dalla Procura per mancanza delle condizioni necessarie per una misura restrittiva immediata, ha scatenato discussioni nell’opinione pubblica e nel mondo della ristorazione”.
In un comunicato ufficiale, la Procura ha spiegato poi che “ogni limitazione della libertà personale deve rispettare precisi requisiti di legge. In particolare, la flagranza di reato, che consente alla polizia giudiziaria di agire immediatamente, non si è verificata in questo caso”.
Successivamente, la Procura “ha intensificato le indagini per raccogliere prove sufficienti e ha chiesto un aggravamento della misura cautelare per uno dei due indagati. Grazie alle rapide investigazioni della Squadra Mobile, è stato possibile ottenere dal Giudice per le Indagini Preliminari una nuova ordinanza di custodia cautelare per entrambi gli accusati, entrambi noti alle forze dell’ordine per precedenti penali”.
La Procura, attraverso il comunicato, infine “ha sottolineato il proprio impegno nel contrasto alla criminalità, rimarcando l’importanza del rispetto delle garanzie processuali previste dal nostro ordinamento, per assicurare un’azione di giustizia equilibrata e trasparente. La sicurezza della collettività e la tutela dei diritti fondamentali restano le nostre priorità”.
Le indagini sono tuttora in corso.
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