CAMPOBASSO – Si è tenuta questa mattina, martedì 28 maggio, una conferenza stampa convocata dalla direttrice dell’Ufficio Scolastico Regionale, Maria Chimisso, per fare chiarezza sul Piano di dimensionamento scolastico e sulle azioni in itinere e sui provvedimenti futuri di competenza dell’Ufficio Scolastico Regionale.
Sulla scuola di Ripalimosani, ha spiegato la direttrice Chimisso, bisogna attendere il giudizio di ottemperanza del Tar:
“C’è un giudizio di ottemperanza che mi auguro il Tar darà il prima possibile e che dovrebbe, come accade in queste vicende, concludersi con la nomina di un Commissario ad acta, a cui seguirà un tavolo interistituzionale per trovare una soluzione legislativamente e giuridicamente compiuta alla questione di Ripalimosani”.
Chimisso ha poi fatto chiarezza in merito alla notizie circolate sulla scuola Jovine di Campobasso:
“La scuola ‘Jovine’ non perde la sua autonomia, la scuola avrà in reggenza, quindi con piena facoltà “pleno iure”, un direttore dei servizi generali amministrativi che farà con abnegazione, efficacia ed efficienza, il suo lavoro. Questo lo garantisco io di persona. Per quanto riguarda invece, il dirigente, non possiamo fare valutazioni, perché stiamo aspettando un decreto legge che definisca a livello normativo i movimenti dei dirigenti scolastici che al momento sono collocati fuori regione. Quando verranno definiti questi passaggi si dovrà lavorare ai dirigenti scolastici molisani. Adesso io non sono in grado di dire quali sono le scuole che andranno in reggenza, in verità poche, e quali avranno la titolarità. Ma questa è una decisione che non posso comunicare perché non la posso anticipare, in attesa appunto del decreto legge”.
La direttrice dell’ufficio scolastico regionale ha infine parlato anche della tutela delle aree interne:
“Io devo garantire che nelle aree interne i plessi scolastici restino al loro posto. L’ho fatto anche facendo in modo che funzionassero sezioni dell’infanzia in paesi molto piccoli, consapevole del fatto che, se non c’è il presidio della scuola dell’infanzia, la prima cosa che si perde è la presenza delle famiglie sul territorio. Quindi le aree interne precedono tutto”.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
