Aumento Irpef, Confindustria Molise: “A questo si dovranno aggiungere altre misure che penalizzeranno ulteriormente le imprese”

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CAMPOBASSO – Il vicepresidente di Confindustria Molise, Mauro Natale, a commento le altre misure individuate con la delibera n. 48 del 2024 che stabilisce la transazione dei debiti commerciali della regione Molise.

“Nella delibera n 48 del 29 gennaio 2024, che stabilisce la transazione dei debiti commerciali della regione Molise, sono indicate anche le misure che l’ente dovrà adottare per ripianare il disavanzo, prima fra tutte l’aumento dell’addizionale regionale Irpef, in deroga al limite previsto dalla legislazione vigente.

Nel Molise, lo sappiamo tutti, l’aliquota era già al massimo. Ora, in virtù della deroga prevista dall’ultima legge finanziaria dello Stato, l’aliquota può essere ulteriormente aumentata senza che esista più un tetto massimo. Di questo l’assessore Cefaratti aveva già dato notizia nello scorso mese di ottobre, commentando che l’aiuto del governo nazionale per la copertura del disavanzo regionale  aveva condizioni precise, tra cui l’aumento delle imposte ai cittadini molisani (stimato in 17 milioni di euro).

A questo aumento –  fa notare il vicepresidente Natale – si dovranno aggiungere altre misure che penalizzeranno ulteriormente chi opera in questa regione. E’ previsto, infatti, anche un incremento dei canoni di concessione e locazione del demanio e parallelamente lo snellimento e la riorganizzazione della struttura amministrativa.  L’insieme di queste misure impattano fortemente sulle imprese attive in regione perché generano un aumento dei costi diretti e una contrazione dei servizi amministrativi a supporto del sistema imprenditoriale.

Ad esempio, tutte le aziende che operano su concessioni demaniali – come le imprese del settore estrattivo (cave) e delle risorse idriche (acqua) – vedranno lievitare i loro costi in maniera esponenziale, rendendo la loro presenza in Molise svantaggiosa rispetto ad imprese analoghe operanti in territori limitrofi più competitivi. Si tratta di attività economiche che generano un indotto significativo nei settori dell’edilizia e dell’agroalimentare e il loro depauperamento ha un impatto pesante sull’economia regionale.

In sintesi, la regione Molise – per ripianare il proprio bilancio in perdita (un disavanzo pari a 570 milioni di euro) – ha dovuto introdurre una serie di misure volte ad incrementare le proprie entrate, in assenza delle quali non avrebbe ricevuto dal Governo Meloni le risorse (40 milioni stanziati per il 2023) utili a coprire una parte dei propri costi.
Con le misure anzidette individuate dalla giunta Roberti, c’è poco da essere fiduciosi perché   – come scritto nella legge di bilancio –  queste misure vengono attuate “nelle more dell’individuazione dei LEP (livelli essenziali delle prestazioni) e dell’attuazione del federalismo regionale”.

Infatti, pur aumentando al massimo le entrate derivanti dalle tasse e dalla “valorizzazione del patrimonio ” e pur snellendo la macchina amministrativa, il bilancio regionale non chiuderà mai in pareggio. Sarà un ennesimo bagno di sangue per imprese e cittadini molisani, che oggi hanno una sola certezza: pagheranno più tasse e avranno meno servizi”.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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