CAMPOBASSO – Prende avvio da quest’anno la collana regionale dei Report BesT, che offre un’analisi integrata degli indicatori Bes dei Territori (BesT).
Il sistema di indicatori BesT, riferiti alle province e città metropolitane italiane, che l’Istat diffonde annualmente dal 2018, comprende un ampio set delle misure del Benessere equo e sostenibile (Bes) e le integra con ulteriori indicatori di benessere in grado di cogliere le specificità locali. Nell’edizione 2023 gli indicatori sono in totale 70, distribuiti in 11 dei 12 domini del Bes.
Il Bes dei territori Molisani
Le province molisane presentano livelli di benessere relativamente più bassi che in Italia ma più elevati rispetto al complesso dei territori del Mezzogiorno.
Classificando le province italiane in 5 classi di benessere relativo (bassa, medio-bassa, media, medio-alta e alta) sul complesso degli indicatori disponibili per l’ultimo anno di riferimento (2020-2022), il 15,8 per cento delle misure colloca le province molisane nella classe di benessere più elevata; nel complesso il 30,0 per cento delle misure le assegna alle classi medio-alta e alta (la media delle province del Mezzogiorno è rispettivamente 11,6 e 26,4 per cento).
I segnali di svantaggio sono più frequenti. Il 37,5 per cento delle misure si concentra nella coda della distribuzione, ovvero nelle due classi di benessere relativo più basse tra le cinque considerate (la media delle province del Mezzogiorno è 47,1 per cento).
I risultati migliori
Pur in un quadro regionale di complessiva omogeneità, nell’ultimo anno la provincia di Campobasso presenta un leggero vantaggio rispetto a Isernia, collocandosi nella classe di benessere relativo alta con il 16,4 per cento degli indicatori (sono il 15,3 per cento nella provincia di Isernia).
Il dominio Sicurezza è l’ambito nel quale le province del Molise detengono i vantaggi più diffusi, con una buona percentuale di indicatori su livelli di benessere relativo alti (41,7 per cento) e medio-alti (16,7 per cento). Le province molisane riportano in prevalenza buoni risultati anche per gli indicatori del dominio Ambiente (46,1 per cento nelle classi alta e medio-alta) e del dominio Istruzione e formazione (38,9 per cento nelle due classi di benessere relativo più elevate).
I punti di debolezza
La provincia di Isernia è più svantaggiata rispetto a Campobasso. Infatti, nell’ultimo anno si trova nella classe di coda della distribuzione nazionale per il 23,7 per cento degli indicatori (a fronte del 14,8 per cento della provincia di Campobasso).
Il dominio Benessere economico appare critico, con il 62,5 per cento delle misure provinciali concentrate nelle due classi più basse e nessun posizionamento nelle due più alte. Anche il dominio Politica e istituzioni risulta connotato da una prevalenza di posizionamenti (60,0 per cento) nelle due classi inferiori.
Le disuguaglianze territoriali
Squilibri più accentuati si osservano nel profilo della provincia di Isernia poiché caratterizzata dalle più alte percentuali di indicatori nelle due classi di coda e nelle due classi di testa.
Nei domini Salute, Sicurezza e Ambiente per buona parte degli indicatori si evidenziano ampi divari tra le due province molisane. Invece, la distanza è minima per tutti gli indicatori del dominio Benessere economico.
Molise tra le regioni Europee
Il Molise si colloca sopra la media europea per quattro dei nove indicatori BesT disponibili per il confronto con le regioni europee:
- Speranza di vita alla nascita e Mortalità infantile nel dominio Salute (91°e 66°posto su 234 regioni, anno 2021);
- Partecipazione elettorale nel dominio Politica e istituzioni (117° posto su 226 regioni per cui il dato è disponibile, anno 2019);
- Rifiuti urbani prodotti nel dominio Ambiente (25°posto su 139 regioni, anno 2019);
I restanti cinque indicatori, relativi ai domini Istruzione e formazione, Lavoro e conciliazione dei tempi di vita, Innovazione, ricerca e creatività sono su livelli più bassi della media Ue27.
Molise: il territorio, la popolazione, l’economia
Il territorio molisano, al 1° gennaio 2023 comprende 136 Comuni e 2 Province. Il 53,8 per cento della popolazione vive in zone rurali e solo il 16,3 per cento in città. Nelle aree interne, distanti dai centri di offerta di servizi essenziali, risiede il 68,3 per cento (22,7 per cento la media italiana).
Al 1° gennaio 2023 la popolazione regionale ammonta a circa 290 mila abitanti e rappresenta lo 0,5 per cento della popolazione italiana. La dinamica demografica resta negativa (-3,6 per cento dal
1° gennaio 2020, -1,3 la variazione a livello nazionale).
L’economia regionale è caratterizzata da una spiccata propensione all’agricoltura e da una discreta vocazione industriale nel settore manifatturiero: gli occupati nel settore primario sono il 7,5 per cento (3,6 per cento la media nazionale). Il valore aggiunto complessivo generato dal sistema produttivo regionale nel 2020 è di 5.543 milioni di euro correnti (18.639 euro per abitante), lo 0,4 per cento del valore aggiunto nazionale.
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