Rispetto dell’ambiente, torna anche a Venafro il consueto appuntamento con la ‘Festa dell’Albero’

Venafro, festa dell'albero
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VENAFRO – La città si prepara a celebrare la Giornata Nazionale degli Alberi con una festa mirata a sensibilizzare i cittadini sull’importanza straordinaria del patrimonio arboreo.

Una festa che trova origine nel passato tanto da poter scomodare gli antichi Greci e gli antichi popoli orientali, fautori di una bellissima usanza che era quella di celebrare feste in occasione della piantagione di alberi. Anche i Romani possono considerarsi precursori di quella che oggi definiamo ‘Festa dell’Albero. I nostri avi si dedicavano alla cura e alla custodia dei boschi per motivi perlopiù legati alla religione, era infatti consuetudine consacrarli al culto delle divinità. La festa si è poi affermata nel 1872 negli Stati Uniti d’America – il celebre Arbor day, istituito non solo con l’obiettivo di diffondere una coscienza sociale e ambientale ma anche con quello di ricostruire nel più breve tempo possibile il patrimonio forestale locale devastato da speculazioni che causarono enormi inondazioni – per poi giungere in Europa e in Italia dove la prima celebrazione avvenne nel lontano 1898 su iniziativa del Ministro della Pubblica Istruzione, Baccelli. Anni più tardi, nel 1951 il Ministro dell’Agricoltura e delle Foreste stabiliva che la Festa degli Alberi dovesse svolgersi il 21 novembre di ogni anno, istituita poi come ricorrenza nazionale con una legge della Repubblica entrata in vigore dal febbraio del 2013.

Dunque, anche Venafro si prepara a celebrare una festa che ha come obiettivo quello di diffondere e favorire la conoscenza della cultura dell’albero con tutto ciò che ne consegue, dalla riscoperta della necessaria difesa del patrimonio arboreo fino a comprendere l’essenza che è racchiusa nella vita degli alberi, simboli di pace, di bellezza e di conoscenza.

La Festa dell’Albero prevederà due momenti: la mattina di martedì 21 novembre alle ore 10:00 in via Milano – nei pressi del Municipio, dove si trova l’entrata della Biblioteca Comunale – si potrà assistere alla messa a dimora di un leccio. Il professore Ferdinando Alterio sostiene che ogni albero abbattuto deve essere necessariamente restituito alla vita attraverso la cosiddetta messa a dimora di una nuova pianta, una espressione tipica da rintracciarsi negli appunti di agronomia e che rivela quanto valore si nasconda in un germoglio al quale viene attribuito un nuovo spazio nella natura. Al momento dedicato alla piantumazione dell’albero parteciperanno anche due classi della scuola elementare, perché il coinvolgimento dei bambini costituisce un punto a favore dell’educazione delle nuove generazioni.

Il secondo momento intitolato ‘Incontro’ avverrà nel pomeriggio, alle ore 16:00 in Piazza Vittorio Veneto e sarà dedicato alla lettura di brani, alle proiezioni e alle musiche, dove ogni espressione d’arte sarà adottata a favore degli alberi, come fossero dichiarazioni da rivolgere alla Natura o come forme di ringraziamento per i tanti benefici apportati dalle piante. Il Coordinamento Nazionale Alberi e Paesaggio attraverso il suo Comitato scientifico ne individua talmente tanti di benefici che sarebbe opportuno appuntarsene qualcuno per ricordare quanto la vita dell’uomo e il suo benessere dipendano dalle condizioni di salute dei boschi e delle foreste. Gli alberi, infatti, oltre a produrre ossigeno e a combattere i cambiamenti climatici, abbattono le polveri sottili e i gas inquinanti; creano inoltre ambienti più freschi, dove la temperatura può scendere anche di 4-5 gradi, infatti “maggiore è la densità vegetativa di una foresta urbana maggiore sarà la mitigazione dell’isola di calore e l’abbattimento delle canicole estive”.

Per apprezzare a pieno la maestosità degli alberi bisognerebbe non disdegnare dall’abbracciarli: la cosiddetta silvoterapia, l’arte terapeutica basata sul contatto con la natura, riduce l’ansia e lo stress, aiuta la respirazione e favorisce il rilassamento. Gli alberi possono anche essere scalati per avere una diversa percezione del mondo, come fece Cosimo di Rondò, il barone rampante che salì sulla cima di un albero e non scese mai più.

I boschi vanno anche attraversati per seguire gli insegnamenti del filosofo Thoreau che li scelse per “vivere con saggezza e in profondità e succhiare tutto il midollo della vita, sbaragliare tutto ciò che non era vita e non scoprire in punto di morte che non ero vissuto”.

Federica Passarelli

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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