Lago San Vincenzo, rischio deturpamento ambientale. “Amici del Volturno e affluenti”: «Il progetto stravolgerebbe la vita e l’economia di tutta la Valle»

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CASTEL SAN VINCENZO – L’associazione “Amici del Volturno e dei suoi affluenti” prende posizione contro il progetto presentato dall’Enel: «Il progetto “Pizzone 2” stravolgerebbe la vita e l’economia legata al lago di Castel San Vincenzo e di tutta la Valle del Volturno».

Ancora una volta territorio e ambiente sono sotto attacco e spetta alle associazioni fare la voce grossa per scongiurare l’ennesimo progetto diretto a danneggiare un luogo divenuto con gli anni meta turistica soprattutto per i pescasportivi, per gli amanti della canoa e delle piccole imbarcazioni a vela. Un piccolo gioiello custodito tra le meraviglie del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise che oltre ad offrire un paesaggio naturale da cartolina con i suoi inimitabili colori e le vette delle Mainarde che si specchiano nelle acque del lago, propone anche aree attrezzate per il camping e un maneggio. Un colpo al cuore dunque leggere il comunicato inviatoci dall’associazione “Amici del Volturno e dei suoi affluenti” che con estremo rammarico fa sapere che “come Amici del Volturno siamo da sempre attenti a ciò che accade nella nostra Valle e in special modo alle problematiche che riguardano il nostro fiume, come i nuovi progetti di captazione al fine di allargare l’attuale rete irrigua o la costruzione di ulteriori centraline, mai ci saremmo aspettati che anche il Lago di Castel San Vincenzo, ormai volano dell’economia della Valle del Volturno, potesse essere al centro di progetti tanto grandi quanto impattanti. Questa notizia ci sconvolge, l’idea di inibire il lago ad attività che dell’acqua ne fanno elemento essenziale è assurdo, ogni anno le nostre acque attirano fruitori da tutta Italia, venendo sempre più apprezzate anche all’estero, ragionare soltanto nell’ottica della produttività energetica significa non tenere conto delle esigenze delle comunità locali, della gente che quotidianamente investe energie e soldi per risollevare un’area interna che prima del boom turistico degli ultimi anni sicuramente aveva un ruolo marginale”.

Naturalmente occupa un posto di rilievo, più di qualunque cosa, la problematica ambientale e infatti nel comunicato l’associazione spiega chiaramente che “il pompaggio e il rilascio dell’acqua genereranno repentini innalzamenti e abbassamenti dei due bacini, causando un potenziale danno alla fauna acquatica e soprattutto al paesaggio che vedrà alternarsi un lago siccitoso ad un lago gonfio di acqua”. Proseguono gli amici del Volturno “non è dato sapere quale sarà l’impatto sul fiume Volturno e se le centrali a valle di Castel San Vincenzo, per continuare a produrre energia, aumenteranno la già ingente quantità di acqua captata causando repentini sbalzi di livello del fiume oltreché potenziali danni alla parte alta del corso d’acqua già sofferente”.

Il progetto dell’Enel comprenderà la costruzione di nuove tubazioni e gallerie, di una centrale in caverna oltreché un’opera di disboscamento che genererà nell’area Parco, pre-parco e nei siti natura 2000 un enorme impatto. A tutto questo si aggiungerà il divieto di balneazione a causa delle variazioni repentine del livello dell’acqua. Gli ‘Amici del Volturno’ si augurano che l’Enel possa incontrare al più presto tutte le associazioni territoriali nonché gli enti preposti al fine di trovare delle soluzioni che tengano conto del rispetto del territorio e delle comunità locali. L’ultima parola spetterà al Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica che, avvalendosi del supporto della Commissione Valutazione d’Impatto Ambientale, dovrà pronunciarsi in merito alla questione.

‘Solastalgia’. E’ questo il termine che l’australiano Glenn Albrecht – filosofo ambientale ed ex professore di sostenibilità –  ha coniato nel 2003 e con il quale ha inteso esprimere il forte disagio e il profondo senso di perdita provato dall’uomo a causa del degrado ecologico. La ‘solastalgia’ (dal latino ‘solacium’, sollievo/conforto, e dalla radice greca ‘algia’, dolore) per indicare dunque il dolore provato dagli individui quando riconoscono che il luogo in cui vivono e che amano è sotto il diretto attacco di negativi cambiamenti ambientali. “Non è nostalgia, che è la malinconia causata dalla mancanza di una casa ormai lontana ma è l’angoscia causata dall’alterazione dell’ambiente della propria casa in una nuova inquietante normalità” (dall’articolo “The age of solastalgia”).

Per quanto possa sembrare stravagante il concetto espresso da Glenn Albrecht, si può nonostante tutto affermare che esso riesce a contenere in sé un fondo di verità. E ne è prova il fatto – straordinario e sintomatico allo stesso tempo – che siano proprio le associazioni composte da persone comuni mosse da quel senso di devozione verso la tutela ambientale a dover intraprendere iniziative lodevoli in grado di risollevare le sorti di un tema tanto delicato e bistrattato come quello del rispetto della natura.

Federica Passarelli

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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