CAMPOBASSO – Per acquistare una vettura nuova, nel 2023 una famiglia in Molise deve spendere in media 9,2 redditi netti medi mensili rispetto ai 5,3 di 20 anni fa. Per l’elettrico la media è di 15,4 mensilità.
Dal 2003 al 2023 in Italia i prezzi delle auto nuove sono raddoppiati (+99%), a fronte di un aumento dei redditi del +14,3%. Nel 2023 la Sicilia e l’Abruzzo sono le regioni dove è richiesto il numero più alto di redditi familiari netti medi mensili (9,7) per acquistare un’auto nuova tra le 10 più vendute in Italia. In Lombardia e in Trentino-Alto Adige sono “sufficienti” 6,7 mensilità.
Che sia frutto di impulso o di una decisione ben ragionata, per l’acquisto di un’auto tutti devono fare inevitabilmente i conti con il proprio portafoglio. Ma quanto impatta sulle famiglie molisane acquistare oggi una vettura nuova rispetto a 20 anni fa, in relazione al reddito percepito? Secondo l’analisi del Centro Studi di Autoscout24, escludendo le elettriche, se nel 2003 per una famiglia in Molise erano sufficienti 5,3 redditi familiari netti medi mensili, adesso ne servono ben 9,2, ovvero 3,9 in più. Il prezzo medio delle 10 auto nuove più vendute è passato infatti da €10.590 di 20 anni fa a €21.040 del 2023 (+99%), mentre i redditi familiari netti medi sono aumentati in misura nettamente inferiore, da una media regionale mensile di €1.996 a €2.281 (+14,3% dal 2003 al 2020). E per chi vuole una elettrica, servono ben 15,4 mensilità (€35.130).
Per acquistare una citycar di segmento A, si va dai 4,5 redditi familiari netti medi mensili del 2003 ai 7,9 attuali (€18.050); per il segmento B si passa da 5,3 di 20 anni fa a 9,7 (€22.185) e per il segmento C da 8,1 a ben 15,4 (€35.225), quasi il doppio.
A livello regionale, nel 2023 la Sicilia e l’Abruzzo sono i territori dove è richiesto il numero più alto di redditi familiari netti medi mensili per acquistare un’auto nuova (9,7), seguita da Campania (9,5), Basilicata (9,4), Puglia (9,3) e Molise (9,2). Al contrario, ovviamente per una questione di redditi più alti, troviamo la Lombardia e il Trentino-Alto Adige, dove sono sufficienti 6,7 mensilità.
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