
CAMPOBASSO – La Cgil si avvia a tenere il suo XIX Congresso nazionale e a tale appuntamento si prepara sul territorio con momenti di confronto e discussione molto intensi.
Il segretario regionale della Cgil Molise Paolo De Socio traccia perciò il percorso che condurrà al Congresso.
“Nei giorni scorsi, anche in Molise, si sono avviati i lavori della CGIL che porteranno, nel prossimo mese di dicembre, il più grande sindacato italiano al suo XIX Congresso. I direttivi delle diverse categorie e quello territoriale Confederale, oltre ad acquisire i documenti congressuali e a proporre i dovuti adempimenti, stanno tracciando una sorta di bilancio sui risultati raggiunti e anche sulle criticità oggettive che si sono
riscontrate in questo quadriennio. Difficoltà che non hanno determinato sicuramente quella centralità del mondo del lavoro che la CGIL ha sempre richiamato nelle sue piattaforme programmatiche e nelle sue rivendicazioni. Un elemento centrale di riflessione è stato proposto anche nell’analizzare il rallentamento di due direttrici fondamentali che la CGIL aveva individuato come cardini della propria azione
politico/sindacale nello scorso congresso del 2018/19 : il sindacato di strada e la contrattazione sociale.
Proprio questi campi di azione avrebbero dovuto affiancare e rafforzare la classica proposizione della tutela individuale e collettiva avanzando un’attenzione specifica ai diversi contesti territoriali per provare a migliorare le condizioni complessive di vita di lavoratrici e lavoratori partendo dall’esigibilità del lavoro dignitoso e di qualità per passare poi anche alla contrattazione dei diritti di cittadinanza che determinano la
qualità della vita di uomini e donne nei loro contesti abitativi. In questo campo il sindacato, senza trascurare le dovute autocritiche dovute a difficoltà politico/organizzative interne, ha richiamato la necessità di continuare a proporre le azioni descritte a 360° gradi evidenziando che il difficile periodo pandemico non ha certo favorito la sperimentazione delle nuove pratiche che richiedevano anche una forte mobilità e presenza territoriale per intensificare i rapporti non solo con delegate e delegati ma anche con associazioni, istituzioni e liberi cittadini. Una serie di azioni difficili da praticare in periodo di lockdown dove è prevalso l’isolamento e il “distanziamento sociale” che sono l’antitesi di quanto si intendeva affermare con il sindacato di strada e con la contrattazione sociale.
La discussione di carattere generale si è incentrata anche sulla situazione non certo idilliaca che caratterizza un contesto sociale devastato dal perdurare di una crisi economica e pandemica e dagli effetti della drammatica guerra che si sta consumando nel cuore dell’Europa. Proprio questi elementi dovrebbero determinare un cambio di passo nelle politiche di austerity che hanno caratterizzato gli scorsi anni con la
proposizione di un altro modello di società fondato sulla pacifica e civile convivenza tra i popoli, sulla giustizia sociale, sull’equità contributiva, sul lavoro dignitoso e sull’esigibilità di diritti costituzionali e universali. Un cambio di passo che, sinceramente, la CGIL non ha percepito negli ultimi tempi e soprattutto nell’azione del Governo Draghi se è vero come è vero che oltre alle tante mobilitazioni, lo scorso 16 dicembre, si è arrivati a proclamare lo sciopero generale insieme alla UIL.
La CGIL si interroga anche sulla crisi della politica che riguarda anche il sindacato come soggetto di rappresentanza, una crisi che ha messo in discussione la fiducia, l’identità e anche il significato storico di termini classicamente concepiti : ad esempio, “grazie” a più o meno legittime fughe in avanti di chiaro stampo neoliberista proposte da segretari “sinistri”, anche la parola sinistra ha mutato nel tempo il suo significato ed è sempre meno associata alla determinazione di voler affermare la centralità del lavoro come elemento di sviluppo e di coesione sociale.
La CGIL, nell’affermare con convinzione la volontà di far vivere il proprio Congresso non solo nei luoghi di lavoro ma anche in una realtà socio/politica più vasta, ha evidenziato la necessità di collegare i temi di carattere generale a quelli di carattere territoriale in una Regione dove il depauperamento demografico è diventato galoppante e dove inizia a percepirsi una diffusa difficoltà nell’esigere i diritti Costituzionali a partire da quello alla salute, per passare a quelli all’istruzione e alla mobilità delle persone. Se il giudizio verso il Governo nazionale è duro quello verso il Governo Regionale lo è ancora di più : la proposizione di un metodo inconcepibile di lavoro fatto di poco confronto sicuramente con le parti sociali ma, per quanto si percepisce, anche con le forze politiche indifferentemente di maggioranza e di minoranza, è stato il tratto caratterizzante dell’ultimo quadriennio e se è vero come è vero che oggi, in piena campagna elettorale, consiglieri e assessori vari si affannano a dire quando sono stati bravi nello svolgere il loro compitino, è altrettanto vero che i problemi che attanagliano il Molise sono uguali e peggiori di quelli di un quadriennio
fa in materia di lavoro, di infrastrutture, di welfare e servizi alle persone, di trasporti etc…
Ancora una volta a un governo Regionale che si era presentato agli elettori urlando per mari e per monti “LAVORO, LAVORO, LAVORO” sembra essere mancata la visione e quella parolina magica che si chiama PROGRAMMAZIONE che, in periodi difficili come quello che stiamo attraversando, dovrebbe essere possibilmente PROGRAMMAZIONE CONDIVISA.
Nelle prossime settimane sono in programma centinaia di assemblee e in Molise la CGIL concluderà i suoi lavori congressuali nel mese di ottobre per poi dare seguito, nel mese di novembre, alla feconda fase di sperimentazione che ha caratterizzato lo scorso Congresso e che la vede coinvolta, con propri gruppi dirigenti, all’interno della struttura Regionale CGIL Abruzzo-Molise. Nel mese di dicembre i delegati
molisani saranno impegnati nella fase conclusiva che eleggerà i futuri organismi dirigenti nel corso del XIX Congresso Nazionale.
La CGIL, anche grazie agli elementi che raccoglierà in questa intensa discussione congressuale, proverà, come sempre, a essere un punto di riferimento per lavoratrici e lavoratori, pensionate e pensionati e per l’affermazione di una società più giusta e solidale.”
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