SCUOLA – Sindacati chiedono aumenti stipendi insegnanti, al momento per loro solo 12 euro lordi al mese

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CAMPOBASSO  – Rinnovo del contratto di lavoro,  la scuola incalza i Ministeri ricordando come gli stipendi degli insegnati italiani in Europa sono al penultimo posto avanti soltanto alla Grecia.

Positivo il presidio tenutosi davanti l’Ufficio scolastico regionale che per l’occasione chiaramente ha voluto ricordare  come il lavoro degli insegnati meriti di essere valorizzato a partire dal rinnovo contrattuale 2019-2021 scaduto da tre anni. E quindi rinnovare il CCNL è fondamentale:

– per adeguare e incrementare le retribuzioni di tutto il personale scolastico;

– per riconoscere e valorizzare la professionalità del personale docente e ata;

– per migliorare le condizioni di lavoro e di esercizio della professione;

– per rafforzare le relazioni sindacali d’istituto.

Flc scuola Uil scuola Snals Confsal e Gila Unams ricordano pertanto che “in seguito al «Patto sul lavoro pubblico» del 10 marzo 2021e del «Patto per la scuola» del 20 maggio 2021 sottoscritti dal Governo e Sindacati, era stato previsto che con la Legge di Bilancio per il 2022 venissero stanziate apposite risorse aggiuntive per rinnovare il CCNL 2019-21.

Nonostante le tante promesse e gli impegni assunti, le risorse stanziate per il rinnovo e gli interventi che riguardano la scuola non solo sono insufficienti, ma rappresentano un autentico schiaffo per un milione e duecentomila lavoratori della scuola.

Per quanto riguarda i docenti, per la “valorizzazione” vengono stanziati 210 mln di euro, equivalenti a 12 euro medi lordi a lavoratore, e le note tecniche spiegano che il poco che si concede deve andare a chi dimostra “dedizione nel lavoro”! Vorremmo capire quale sarà il “metro” per misurare questa dedizione, e chi dovrebbe decidere se un docente è più o meno “dedito” di un altro.

Per quanto riguarda il personale ATA, se ne ignora l’esistenza e se ne mortifica la professionalità, dal momento che l’art. 110 della proposta di legge di bilancio 2022 prevede testualmente: “il Dirigente Scolastico non riceve un idoneo supporto, sul piano giuridico, da parte dell’apparato amministrativo posto alle sue dipendenze” ed ancora: “il supporto fornito dal personale di segreteria risulta spesso non adeguato”. Chi ha scritto ciò non conosce la realtà delle scuole, in cui molte incombenze sono delegate proprio ai DSGA ed al personale amministrativo, che contribuiscono non poco allo svolgimento delle delicate mansioni dei Dirigenti Scolastici. Questa mancata considerazione del lavoro ATA è ulteriormente confermata dal fatto che non sono previste nemmeno le risorse per prorogare i contratti del personale che sta lavorando sui posti del cosiddetto “organico Covid“. In Molise, se non interverranno modifiche, 250 lavoratori ATA (205 collaboratori scolastici e 49 Assistenti amministrativi e tecnici) verranno mandati a casa il 30 dicembre, indebolendo le istituzioni scolastiche che si troveranno a fronteggiare il periodo più duro della quarta ondata pandemica senza nemmeno questo supporto.

Ma non solo: nella legge di bilancio mancano risposte relativamente al superamento del precariato e allo sblocco della mobilità e dei trasferimenti, che devono tornare ad essere una prerogativa contrattuale. Per dare stabilità e continuità agli organici non serve “legare” le persone al posto, ma è necessario stabilizzare gli organici (ricordiamo che quest’anno nelle scuole molisane lavorano circa 1500 lavoratori precari).

Per tutte queste ragioni, le scriventi segreterie regionali condividono e fanno proprio lo stato di agitazione nel Comparto Istruzione e Ricerca, proclamato dalle rispettive segreterie nazionali.

E’ necessario:

  • Portare a 900 milioni di euro il fondo per la valorizzazione del personale docente togliendo qualsiasi finalizzazione;
  • Prorogare al 30 giugno l’organico Covid al personale Ata;
  • Superare qualsiasi blocco sulla mobilità per docenti e Dsga neo assunti;
  • Rafforzare gli organici docenti e Ata tramite la riduzione del numero di alunni per classe (superare i parametri dei decreti Gelmini sulla determinazione degli organici docenti e Ata);
  • Rendere stabile la norma sulle scuole “normo dimensionate” con 500 alunni;

Se non ci saranno risposte a queste richieste, si renderà necessaria la mobilitazione e lo sciopero della categoria.”

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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