VENAFRO – Il covid continua a dettar legge. E non si può far altro che sottostare, seppure a malincuore.
E’ il caso della tipica “Pasquetta” venafrana del martedì dopo Pasqua, ossia della giornata odierna ribattezzata in loco “ I cummit’ “, che solitamente e secondo tradizione la città festeggiava all’indomani del Lunedì in Albis tra gli uliveti del Campaglione, periferia occidentale dell’abitato. Ed invece anche per il 2021 così come avvenuto per il 2020 uliveti deserti al Campaglione, stante le limitazioni imposte dal covid. Cancellata di conseguenza una delle più belle ed affollate iniziative popolari venafrane, “ i cummit’ “, alias il convivio tra i secolari uliveti che tantissimi venafrani di ogni età, estrazione sociale e d’ambo i sessi erano soliti festeggiare nel verde naturale della terra locale. Sino a due anni addietro, giusto per ricordare quanto avveniva e ribadirne bellezza e suggestione, a centinaia i venafrani (negli ultimi anni soprattutto i giovanissimi, ma nei decenni andati ne erano protagoniste intere famiglie) raggiungevano il Campaglione e lì trascorrevano l’intera giornata tra pietanze tipiche, musica, canti e tanto divertimento nell’abbraccio di uliveti magnifici ed assai salutari. Si socializzava che era un piacere, si assaporava il meglio della natura venafrana, si consumavano gustose pietanze tipiche locali non esclusi saporitissimi arrosti realizzati ai piedi dei secolari uliveti, ci si ritemprava all’ombra o al sole dei luoghi ulivetati e a sera, una volta scese le prime ombre, si rientrava soddisfattissimi della partecipazione e di tutto quanto realizzato. Un autentico festival della paesanità e del rapporto col prossimo, cancellato purtroppo dalla pandemia che è dura a mollare. Perciò l’augurio unanime, e non solo da Venafro, che presto le ristrettezze e le limitazioni del momento restino solo un lontano e sbiadito ricordo, perché in tutti c’è la volontà di ripartire per riprendere a vivere come natura da sempre comanda.
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