VENAFRO – La città domani commemora il bombardamento del “fuoco amico” del 15 marzo ’44 che procurò 73 vittime civili

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VENAFRO – La città commemora nella mattinata di domani lunedì 15 marzo 2021 le 73 vittime civili procurate dal bombardamento del “fuoco amico” del 15 marzo ’44, quando bombardieri di truppe alleate degli Usa sganciarono il loro micidiale carico di bombe sulla impreparata e sorpresa popolazione venafrana.

Saranno presenti le sole autorità civili e militari, causa covid e la necessità di evitare assembramenti e prevenire contagi.

Fu una tragedia immane ed ancora oggi la città porta le ferite di tanto disastro umano ed abitativo. La gente di ogni età e d’ambo i sessi fu sorpresa per strada o mentr’era al lavoro, la distruzione del patrimonio abitativo fu consistente e soprattutto restarono a terra 73 civili, tra cui 35 venafrani. Il tutto avvenne perché i bombardieri alleati scambiarono il centro venafrano per la vicina città ciociara di Cassino, dov’erano diretti per stanare la resistenza nazista che si pensava asserragliata nell’Abbazia di Montecassino e che invece era già andata via lasciando il Cassinate. Un errore enorme che causò un’autentica strage di innocenti. E Venafro, cui intanto è stata attribuita la Medaglia d’Oro al Valore dalla Repubblica Italiana per siffatta tragedia, ogni anno è puntuale nel commemorare e ricordare siffatto sacrificio con celebrazione religiosa, sfilata col Gonfalone Municipale per le vie cittadine e deposizione di corona di fiori al Monumento ai Caduti di tutte le guerre in piazza Vittorio Veneto, cosa che avverrà anche nella mattinata di lunedì 15 marzo 2021, presenti come scritto le sole autorità e senza scolaresche e cittadini comuni.

Purtroppo non un solo, seppure disastroso, bombardamento investì Venafro nel corso del secondo conflitto mondiale. Nell’ottobre dell’anno precedente, ossia il 1943, ce ne furono ben sei ed anche in quel caso la città pagò un tributo enorme di vite umane. Morirono infatti 17 civili che, pensando di scampare alle bombe “alleate” (in questo caso non ci fu sbaglio, ma si bombardò ancora da parte degli alleati la periferia ovest della città per colpire l’accampamento tedesco al Campaglione, periferia occidentale venafrana), si rifugiarono in una grotta in località Chiaione dove però trovarono la morte. Anche di siffatta tragedia la città porta memoria su espressa sollecitazione del movimento popolare “I Venafrani per Venafro” che lo scorso anno ha ottenuto che si commemorassero anche i 17 civili morti nell’ottobre ’43 a significare la vicinanza di Venafro a tutti i propri caduti nel corso di eventi bellici registratisi in città.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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