Nonni, un anno difficile. Siete un tesoro da custodire

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VENAFRO – Il 2 ottobre, giorno che la Chiesa Cattolica dedica agli Angeli custodi, è la festa dei nonni. Su Molise Network il racconto della maestra Roasaria Alterio.

“Parlare dei nonni, mentre ancora il coronavirus impazzisce spaziando per il pianeta, è quasi doveroso, per proteggerli da quest’ultimo e per amarli, dove il caso lo richiedesse solo un poco di più. Essi sono lo specchietto affumicato per guardare il sole. E il sole è la vita, le radici della nostra vita, senza le quali saremmo sempre sterpaglia.

Mi piace questa metafora (che ho letto da qualche parte) e ve la ripropongo per la sua efficacia. Personalmente non ho conosciuto nessuno dei nonni e mi è mancato da sempre qualcosa di vitale. Quando da bambina, “un secolo fa” guardavo sul libro di scuola, in bianco e nero, quelle vecchiette che trafficavano tra pentole e pignatte vicino al focolare, come decrepite cenerentole, a soli forse quaranta, massimo cinquant’anni, provavo il desiderio di eclissarmi nelle pieghe di quella lunga gonna nera per inevitabili marachelle che avevo commesso e lì immaginavo, sarei stata al sicuro da conseguenti castighi ai quali ogni volta ne ero esposta senza via di scampo. Il tempo ha il potere di stravolgere proprio tutto, cose e persone. Il ruolo dei nonni, però, nella sua essenzialità, è rimasto immutato baluardo di protezione, di pazienza illimitata per i nipoti a tal punto di sentire ripetere ancora adesso il dolcissimo, ma anche “scherzoso” detto che i nipoti “sono figli due volte”. Ci sono stati dei cambiamenti molto evidenti, ma alla fine, si scopre senza sforzo, che sono solo estemporanei. Vediamo nonne con chiome ora bionde, ora rosse, alla guida di auto, in crociera, con abiti decisamente giovanili, con gioielli  veri o falsi che siano, accompagnare, e magari frequentare, insieme ai nipoti, palestre e piscine, fare viaggi insieme, regalargli l’ultimo modello di smartphone, portargli perfino a spasso il cagnolino se “il cuore di mamma” quel giorno, ma anche nei successivi, non ha voglia di farlo. E se non le conosci queste nonne moderne puoi scambiarle agevolmente per le mamme del ragazzino. Non “li difendono” da qualche castigo perché i castighi non si usano più e li accontentano nei modi più piacevoli possibili. Accade anche spesso che quando si infrange il “dogma” che non si ama più il padre o la madre dei propri figli, questi, tra un compagno o una compagna dei propri genitori, si ritrovano, senza sapere come, nella casa dei nonni. Più spesso solo della nonna, il nonno però, se è ancora vivo, non è certo di impedimento! E allora sola o entrambi, frastornati ormai dagli anni, dalle modeste pensioni, dagli acciacchi, dalle tecnologie che cambiano cui non riescono più a tener dietro… e se ne fanno carico pur nella loro fragilità! E cominciano una nuova battaglia perché evidentemente la guerra della vita non l’avevano ancora finita. Armati solo dell’amore, quello che non svanisce, si prendono cura dei nipoti con la fedeltà, la tenacia e il silenzio di vecchi soldati. La nonna ora non ha più il tempo e forse la voglia di andare dal parrucchiere, ha dovuto fare un atto di coraggio nell’ ”ostentare”, per le prime volte, i suoi capelli bianchi, si sta abituando con familiarità alle sue rughe, spesso, ma se è proprio necessario, si appoggia “per sicurezza” ad un bastone… Il ruolo del nonno “moderno”, nei riguardi dei nipoti non è proprio variegato come quello della moglie, è più sobrio: accompagna, quando è ancora giovane, il nipotino a scuola, a piedi, ma anche in macchina, quando i genitori non possono. Lo mette in guardia sui pericoli della strada, si riserva in seguito di parlargli di quelli della droga. Si ritrova, a volte, a raccontargli della sua infanzia… di quando andava lui a scuola. Si accorge però che sta parlando a se stesso, per aggiudicarsi un attimo della sua attenzione, gli chiede un chiarimento su una certa tecnica al computer: ci riesce, ma davvero solo per un attimo. Il ragazzino dimentica poi di dargliela praticamente e il nonno è un po’ restio a sollecitarla. Si concentra invece sul piccolo conto corrente che gli intesterà più tardi e fa calcolo mentale sui risparmi che sta mettendo da parte: euro su euro, con metodico rigore. Il nipote cresce in fretta e a scuola ora ci va da solo. Il nonno, nel frattempo, ma con scarso entusiasmo, accompagna anche la moglie a ballare. La sua partecipazione alle danze non è delle più coinvolgenti. La moglie finge di non accorgersene e lui non demorde, pur di accontentarla. Così, ma insieme e uniti, a tempo di valzer e mazurke, procedono felici. Passano gli anni e quando accade che la moglie, compagna di tutta la sua vita, lo preceda nell’ultimo viaggio, lui resta solo e sempre smarrito. Il figlio allora sentenzia e decreta amorevolmente di mettergli una badante accanto. Il padre non va proprio pazzo per un’estranea alle costole, ma nessuno ha chiesto il suo parere… Magari in un angolo dell’enorme casa del figlio l’avrebbe anche accettata, tra una visitina e l’altra del figlio stesso, della nuora, col nipote ormai giovanotto intorno e con la nipotina più piccola tra i piedi. Forse l’avrebbe vista crescere… senza invadere il loro spazio! Ma così lasciato solo nella lontana casa silenziosa, con una sconosciuta accanto… Non riesce a contenere lo sgomento!

Il nipote, concentrato sempre sul suo smartphone, non suppone nemmeno la tempesta di solitudine in quel vecchio cuore! Magari se l’avesse “guardato solo un attimo negli occhi!”

Talvolta accade ancora che qualche nonno, sulla china della “rottamazione” (come si usa dire oggi irrispettosamente), sposi la badante e va in fumo quello che resta dell’eredità e allora la famiglia, figli, nuore e nipoti compresi, torna alla ribalta per rivendicare i propri diritti di legittimità! Sempre in un clima di acredine e di rabbia, con l’ausilio di giudici e avvocati si ribadisce a gran voce che il vecchio genitore, quando è stato raggirato dall’intrusa, non era assolutamente in grado di intendere e di volere.

Rosaria Alterio

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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