Carte, tombola e gli altri giochi tradizionali italiani

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Carte, tombola e gli altri giochi tradizionali italiani.

Il gioco è un aspetto di fondamentale importanza non solo per la crescita di un bambino, che attraverso l’attività ludica impara le regole della vita e della società, ma parte di ogni cultura umana. Gli uomini trovano nel gioco un importante collante antropologico e un meccanismo di socializzazione indispensabile per l’inserimento in seno alla società.

In Italia, al nord e al sud, i giochi tradizionali sono legati o ai classici giochi con le carte oppure sono i tipici giochi da strada, che magari oggi hanno perso forza ma che rappresentano, a ogni modo, uno spaccato culturale del folklore e delle tradizioni popolari italiane.

Per esempio, chi non ha mai giocato a nascondino, uno gioco che unisce l’intero stivale e che rappresenta, a suo modo, una vera scuola di vita? Fino a non troppi anni fa, poi, giocare con le biglie era ancora una pratica consueta, così come scambiarsi le figurine o fare giochi che ora possono sembrare antiquariato, come la corsa dei sacchi, la trottola, i quattro cantoni o il girotondo, oppure sfruttare giocattoli fatti a mano e altri oggetti per trasformarli, con un po’ di fantasia, in quello che si voleva.

Nel Molise, molti decenni fa, tra gli oggetti più desiderati c’erano le cucinelle, ossia piatti rotti, specchi, bottoni dalla foggia particolare, pezzi di legno con cui ci si divertiva complice una spiccata immaginazione. I giochi di strada, anche nella nostra regione, erano un mezzo di aggregazione e di socialità, che poteva contribuire al buon funzionamento della vita comunitaria.

Tra i giochi tradizionali, non possiamo non menzionare i giochi di carte. In Italia, abbiamo una lunga tradizione di giochi di carte. La storia ci dice che i primi esempi di carte da gioco si trovano in Cina, sebbene non ci siano certezze assolute in tal senso. Intorno al X secolo d.C., infatti, fanno la loro comparsa le “carte moneta”, prime rudimentali carte da gioco con tre semi diversi. In Europa, nel XIV secolo sono il popolo dei Mammelucchi, commercianti originari dell’Egitto, a introdurre l’uso delle carte da gioco nelle città con cui tessono rapporti commerciali. Le carte dei Mammelucchi hanno quattro semi: denari, spade, bastoni e coppe.

Risale al XIV secolo un’ordinanza della città di Firenze che vieta l’uso delle carte da gioco, analogamente a quanto succede, negli stessi anni, a Parigi. Di lì in poi l’uso delle carte da gioco cresce fino a diventare specchio delle tradizioni popolari delle diverse regioni italiane, Molise compreso. Nel Nord Italia, le carte possono essere in mazzi da 52 o 40 carte, nel Sud Italia solitamente si usa il mazzo da 40.

Tra le carte da gioco più famose, troviamo le carte napoletane e le carte piacentine, entrambe di stile cosiddetto spagnolo.

Le carte napoletane, quelle più diffuse nel nostro paese, sono caratterizzate dalla figura del fante, rappresentata sempre al femminile. Il tre di bastone viene chiamato nel gergo “gatto mammone”, mentre il re di danari è considerato “la matta”.

Le carte piacentine hanno la caratteristica di avere una figura a due teste posta in piedi. L’asso di danari è chiamato “polla”, il cinque di spade ha decorazioni vegetali.

Detto delle carte da gioco più conosciute, quali sono i giochi di carte tipici del nostro paese? Tra i giochi di carte più diffusi troviamo la briscola, solitamente giocato in quattro, passatempo per antonomasia degli anziani nei bar di provincia: almeno, così la briscola è presente nel nostro immaginario popolare.

Altro gioco famosissimo e tipicamente italiano è la scopa, da giocarsi rigorosamente con mazzo napoletano: l’obiettivo è prendere l’ultima carta sul tavolo e raccogliere 11 punti per vincere.

Tresette, rubamazzetto e sette e mezzo sono altri giochi tipici della cultura ludica italiana: accanto ai giochi tradizionali, nel tempo si sono affiancati giochi “di importazione”, che hanno qualche legame con i giochi autoctoni e sono diventati patrimonio comune, come il blackjack, che ha delle somiglianze col sette e mezzo, e il poker Texas Hold’em.

Chiudiamo queste breve rassegna dei giochi tradizionali italiani con la tombola, il gioco natalizio per eccellenza, le cui origini affondano nel XVIII secolo e si devono, a quanto pare, a un diverbio tra Re Carlo III di Borbone e il frate Gregorio Maria Rocco. Il re avrebbe voluto infatti legalizzare il gioco del lotto, mentre il frate era preoccupato che allontanasse le persone dalle funzioni religiose. I due si accordarono per sospendere il lotto durante il periodo del Natale, ma i napoletani si ingegnarono per inventare un gioco simile da giocare tra le mura domestiche, mettendo i 90 numeri in cestini di vimini e creando le tipiche cartelle della tombola.

Dunque, i giochi antichi italiani sono tanti e sfaccettati, a volte legati a carte e numeri, a volte nati dalla fantasia dei ragazzi che, sulle strade, nelle piazze e nei cortili, dovevano usare tanta fantasia per divertirsi.

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