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CAMPOBASSO – Alta tensione nella maggioranza a palazzo D’Aimmo.
La discussione sul centro Covid a Larino su cui si prevede come annunciato il voto contrario di Calenda, Aida Roamgnuolo e Iorio, ha riaperto la bufera politica nel centrodestra dove Aida Romagnuolo ad inizio seduta ha spifferato tutto il suo dissenso e malumore sugli avvenimenti che si sono susseguiti negli ultimi giorni a palazzo Vitale con la nomina anche del quinto assessore assegnato a Michele Marone.
Dichiarazioni scoppiettanti quelle della Romagnuolo risentita per la designazione del presidente del Consiglio comunale di Termoli persona esterna al Consiglio sebbene della Lega scelta che ha escluso la quota rosa e le aspettative delle due donne elette nelle fila dello stesso partito di Salvini e da qui l’annuncio di un voto libero oggi sul Covid a Larino come per il futuro. Parla poi di tanti temi in contrasto con Toma dell’acqua e dell’ultimo incontro in Capitanata per la cessione di acqua dal Liscione all’Occhito per la pianura foggiana su cui annuncia barricate se tanto possa avvenire e ancora sul quinto assessore ripete:
“E’ stato Marone, quindi, un nostro avversario politico e pertanto, con la scelta del Presidente (che ora vanta dalla Lega due crediti a suo vantaggio e, cioè, la nomina di due assessori esterni Mazzuto e Marone, le due M, unico caso in Italia, dove in un partito vengono esautorati gli eletti per far posto agli esterni), il Presidente, forte delle prerogative che la legge gli consente sulla scelta dei componenti della giunta e, in spregio alle più elementari forme di democrazia partecipativa, ritenendosi lui, come spesso sottolinea, a capo di un governo regionale presidenziale, ha offeso non solo questa maggioranza che ancora lo sostiene nonostante per l’ennesima volta nulla ha condiviso con la stessa, ma ha soprattutto offeso migliaia di elettori che avevano votato e premiato la formazione da lui capeggiata facendolo poi risultare eletto Presidente grazie, se lo ricordi, ai nostri voti e a quelli dei candidati di tutto il centrodestra”.
Si dichiara pentita del suo voto a favore della cancellazione della surroga e quindi per l’esautoramento dei 4 consiglieri primi non eletti chiedendo scusa agli interessati fuori da palazzo D’Aimmo e in attesa di sentenza del Tar.
“E, questo, per contenere le spese della politica molisana contravvenendo poi, com’è suo solito, nel nominare una persona esterna come Marone che costerà ai molisani circa 500 mila euro se la legislatura dovesse perdurare fino alla fine. Eppure, alcuni giorni prima, proprio il Presidente, mi aveva manifestato la sua nettissima contrarietà all’eventualità Marone per cambiare poi subito idea asserendo poco dopo che il neo assessore è invece una risorsa per questa Regione. Se lo dice lui, qualcuno gli dovrà pur credere. Io non credo più a chi, come Penelope, disfa le cose del giorno prima.
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