MOLISE – La Transumanza verso l’Unesco, Colantuono: “Speriamo bene”

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CAMPOBASSO – Sono giorni decisivi per la Transumanza: il Comitato Mondiale dell’Unesco, riunito a Bogotà in Colombia da lunedì 9 dicembre, deciderà se includere tale pratica nella Lista dei Patrimoni Culturali Immateriali Mondiali dell’Umanità.

La Transumanza è una antica pratica della pastorizia che consiste nella migrazione stagionale del bestiame lungo le rotte migratorie nel Mediterraneo e nelle Alpi. Tale tradizione affonda le sue radici sin dalla preistoria e si sviluppa in Italia anche tramite le vie erbose dei tratturi.

La donna simbolo della transumanza italiana e il Direttore di Asvir Moligal, supportata da  Geaco Srl, l’Agenzia molisana che si è occupata di curare il progetto di partenariato nazionale nell’ambito della candidatura internazionale presentata a Parigi il 27 marzo 12018, incrociano le dita “perché – dice Carmelina Colantuonotutto è ancora da decidere, anche all’ultimo momento, sebbene il dossier prodotto sia stato valutato positivamente come best practice per le candidature Unesco”.

Dopo quello dei tecnici, manca l’ultimo verdetto: la valutazione di 24 dei 195 Paesi membri dell’Unesco. L’Italia ha presentato la sua candidatura tramite il Ministero, che sta seguendo la pratica sotto tutti gli aspetti. E’ l’ultimo sforzo per raggiungere un traguardo storico per le millenarie migrazioni degli armenti sui tratturi, le antiche autostrade verdi, che in Italia sono ancora presenti e per lunghi tratti intatte, soprattutto in Molise.

“Ce l’abbiamo messa tutta – spiega Carmelina ColantuonoL’Agenzia Moligal Geaco Srl di Nicola Di Niro ha svolto un enorme lavoro di raccordo per trovare il materiale utile per tenere uniti i territori coinvolti e dare forza al dossier. Di più dal Molise non potevamo fare, ora spetta ad altri decidere”. In Italia, oltre al Molise, sono presenti Puglia, Abruzzo. Basilicata e Campania, mentre la candidatura internazionale a patrimonio dell’Unesco è stata presentata dai Ministeri di Italia, Grecia e Austria.

L’Italia è stata capofila del progetto e il molisano Nicola Di Niro ricorda il lavoro nei dieci anni che hanno portato il progetto da Campobasso a Bogotà. “Proprio così – dice – era il 2009 quando, a chiusura della prima attività di ricerca e di studio sulle transumanze in Europa, con un progetto di cooperazione transnazionale al quale hanno partecipato rappresentanti di Italia, Francia, Portogallo e Grecia. In quell’occasione venne firmato un documento che prevedeva come capofila l’Agenzia Asvir Moligal Geaco Srl, e che apriva per la priva volta a una possibile condivisione per tentare la strada della candidatura internazionale al patrimonio Unesco”.

“Il passo successivo – prosegue Di Niroè stato presentare il fascicolo alla commissione nazionale Unesco e avviare la pratica di iscrizione della transumanza dei Colantuono al Registro del Mipaf. Quindi, nel novembre del 2017 la nostra transumanza, a firma del Ministro delle Politiche Agricole e Forestali, Maurizio Martina, è stata iscritta nel Registro nazionale dei Paesaggi Rurali, delle Pratiche agricole e Conoscenze territoriali. Era una condizione essenziale per la candidatura internazionale che poi è stata presentata dal Ministero italiano a Parigi nel 2018”.

“Quest’anno – continua Carmelina Colatuonoproprio alla vigilia della partenza della transumanza, abbiamo avuto il piacere di essere ricevuti a Palazzo Chigi dal Presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte, il quale ha mostrato grande interesse per la transumanza e per quello che facciamo. La nostra esperienza è poi andata benissimo: quattro giorni di cammino con 300 bovini, sui tratturi, fino ad Acquevive di Frosolone. Ora speriamo che anche a Bogotà vada tutto bene – conclude – in questi casi non c’è nulla di scontato”.

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