ISERNIA – Allo Spazio Arte Petrecca “Nel Segno del Sogno”, collettiva d’arte a cura di Carmen D’Antonino e Gennaro Petrecca

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ISERNIA – Nel “Segno del Sogno” è la collettiva d’arte contemporanea ospitata nella galleria Spazio Arte Petrecca di Isernia a cura di Carmen D’Antonino e Gennaro Petrecca, patrocinata dal Comune di Isernia e dalla Regione Molise.

Gli artisti provengono dalla provincia di Isernia e hanno un trascorso affatto trascurabile, si distinguono molto per le differenze di tecniche e la scelta dei soggetti. Insomma, una collettiva completa sotto diversi punti di vista.

ARTISTI

1. Mina Cappussi Bojano
2. Carmelo Costa Isernia
3. Elena Maglione Isernia
4. Gaetano Marinelli Isernia
5. Cristina Valerio Isernia
6. Enzo Valerio Isernia

La vernice d’apertura della mostra è prevista il giorno 29 novembre 2019 alle ore 18. Presso le sale in Corso Marcelli 180 Isernia. Intervengono: la storica dell’arte Carmen D’Antonino e l’avvocato Gennaro Petrecca, con la presenza degli artisti. L’apertura al pubblico, per tutta la durata dell’esposizione, è prevista dal martedì al sabato, dalle 17 alle 20.

“La mia smisurata curiosità per ogni forma di espressione artistica (intendendo per tale la proiezione di una individualità in segno o forma) mi fa accogliere con piacere la collettiva “Il segno nel sogno in questi giorni esposta in Galleria. L’inconscio e l’istinto artistico trovano sintesi in lavori che, seppur apparentemente dissimili, trovano il loro momento di sintesi nel minino comune denominatore che li accomuna. Mi riferisco alla necessità che ciascuno degli artisti avverte di dare forma e colore ad una visione, alla propria e unica percezione del mondo e del visibile, sia che questa si materializzi in un volto, in una mera divagazione colorista o in una rappresentazione cromatica della interiore pulsione. Di questo si nutre la pittura contemporanea, in eterno e precario equilibrio tra il visibile e l’immaginifico. In una sterminata prateria di mondi ancora da esplorare che solo gli artisti, rabdomanti del bello, hanno la sensibilità di vedere in anticipo”, commenta Gennaro Petrecca.

“Nel segno del sogno: in semiotica il segno è un elemento che rinvia ad un determinato contenuto con la capacità di dare, a chi osserva, la possibilità di comprendere il contenuto. Sono tanti gli studiosi che si soffermano su questo elemento, ad esempio secondo Louis Mjeluslev, il segno può essere definito anche come espressione. Secondo altri come Charles Perice è definito come rapresentamen, secondo Ferdinand de Saussurre, il segno è l’unione di significante e significato. In questa esposizione di ben sei artisti molisani è interessante cogliere il ruolo del segno nella definizione della qualità visiva dell’immagine rapportato a quella dimensione onirica del sogno. Nelle diverse opere è possibile comprendere valori espressivi e valori visivi indispensabili l’uno all’altro. L’analisi della linea, del colore, della luce, della profondità spaziale, sono funzionali al significato delle opere presenti in mostra. In buona parte dell’arte contemporanea, tuttavia, i valori visivi possono anche rappresentare solo se stessi. Pensiamo ai casi in cui pittori adottano segni che costituiscono una fusione tra pittura e scrittura (Kline, Hartung, Mathieu) una sorta di segno distintivo dell’artista, il significato “nascosto” nel tema prescelto. L’opera può nascondere significati diversi da quelli direttamente espressi dal soggetto; una battaglia può avere solo valore celebrativo, ma può anche esprimere valori ideologici, simboleggiar la lotta di un popolo per la conquista della libertà. Un tema apparentemente banale, perché descrive situazioni quotidiane o anonime, può, invece, essere portatore di forti valori emozionali e si presta, comunque, a rappresentare una pagina del momento storico e culturale in cui è stato realizzato. Un’opera espressionista, ad esempio, contiene evidenti deformazioni dei dati naturali relativi agli oggetti rappresentati: è proprio questa la chiave di lettura che le opere ci offrono per comprenderne il significato. Simboli e allegorie, al contrario, vanno decifrati rintracciando il significato che in ogni epoca hanno assunto sulla base di precisi valori religiosi, mitologici, culturali. Le opere che vengono presentate in questa esposizione ben si inseriscono in questo clima di sviluppo dove l’energia, la metamorfosi, e i diversi pigmenti travolgono in modo constante la psiche dell’osservatore”, fa sapere Carmen D’Antonino.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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