CASO LARINO – La consigliera Matteo valuta l’ipotesi di costituzione di parte civile della Regione Molise

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CAMPOBASSO – Violenza di genere l’ultimo atto di Larino ha sollevato l’intolleranza soprattutto morale di donne e politica.

La Consigliera regionale di Orgoglio Molise Paola Matteo manifesta tutta la sua indignazione e si dice pronta a valutare, laddove ce ne siano i presupposti, una eventuale costituzione di parte civile della Regione Molise stante l’art.11 comma 1 della Legge regionale n.15 del 2013 contro la violenza di genere che così recita:

”La Regione ha facoltà di costituirsi parte civile in tutti i processi celebrati nel suo territorio aventi ad oggetto reati che presuppongono l’esercizio di condotte violente, anche di carattere morale, ai danni delle donne e dei minori di età”.

“La Consigliera Matteo ha già presentato alcuni emendamenti alla legge regionale anzi citata al fine di rafforzarne l’incisività e adeguarla alle norme nazionali ed internazionali successive alla sua approvazione e che si sono susseguite negli anni, nonché, richiamando nella stessa legge la Convenzione di Istanbul quale pilastro normativo di indiscusso riferimento. Sono fiduciosa –sottolinea la Consigliera Matteo– soprattutto nell’attivazione del Codice rosa grazie ad una necessaria sinergia interistituzionale. E’ fondamentale che le Istituzioni affianchino le vittime alfine di infondere nelle stesse il coraggio necessario per affrontare un lungo percorso spesso pervaso da solitudine e sconforto. Anche il Comune di Larino può considerare questa possibilità, così come le Associazioni femminili e i Centri antiviolenza, perché solo facendo fronte comune riusciamo a dare una risposta concreta e decisa contro questo grave fenomeno. Investire inoltre nella prevenzione formazione ed informazione sono altri tre aspetti molto importanti. L’impegno di ognuno di noi, sia in quanto Istituzioni che cittadini e cittadine è un dovere ineludibile, perché la violenza ed ogni forma di discriminazione non sono un fatto privato, ma riguardano l’intera società. Una società che va verso l’integrazione e la libertà della persona nella comunità e nella famiglia non può accettare che accadano questi aberranti reati, perchè la violenza è un problema che riguarda tutti e tutte e che proprio per la sua dimensione sociale e pubblica, sebbene la violenza venga consumata spesso nel privato delle mura domestiche, ci colpisce profondamente come collettività”.

E aggiunge.

“Un dramma che non rientra solo nella sfera della morale, come violazione dei diritti umani, ma che mina lo sviluppo del nostro Paese anche sul versante economico, registrando un costo altissimo, un costo stimato da WEWorld in circa 17 miliardi di euro. Le conseguenze esistenziali patite dalle donne in termini di danni fisici, morali e biologici e l’impatto sui figli e sulle figlie e sulle generazioni future ci costano 14,3 miliardi di euro. Da qui il mio auspicio affinchè, anche la Legge quadro contro ogni forma di discriminazione e per l’uguaglianza di genere, da me appena presentata e sottoscritta da numerosi consiglieri e consigliere di maggioranza, possa trovare il più ampio consenso trasversale da parte di tutte le forze politiche presenti in Consiglio regionale, poiché le pari opportunità e la non discriminazione giocano nella lotta alla violenza di genere un ruolo importantissimo”.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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