BOJANO – “No alle centrali a biomassa”, ennesima conferenza stampa, un richiamo per la popolazione

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BOJANO. Si è tenuta ieri (28 luglio) alle ore 11, l’ ennesima conferenza stampa relativa all’apertura di centrali a biomassa in Molise.

I soci di Area Matese, di Molise Arcobaleno e della Falco, si sono raccolti davanti alla Cattedrale di Bojano, tutti con lo stesso obiettivo: informare la popolazione del progetto già approvato dalla Regione Molise, senza però effettuare i controlli relativi alle polveri sottili, verifiche che la legge ritiene obbligatorie. Pare infatti che l’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente non abbia neanche i mezzi per effettuare tali test.

A prendere parola, in primo luogo, è stato l’avvocato Alfonso Mainelli, portavoce dell’associazione Area Matese, che ha ribadito il progetto approvato dalla Regione Molise, relativo alla costruzione di due centrali a biomassa rispettivamente a Campochiaro e a San Polo Matese: “Sarebbero due centrali congruenti, che offrirebbero in media sette posti di lavoro, e una vasta quantità d’inquinamento.”

L’avvocato ha fatto riferimento alla ex la Laterlite, un tempo fa inquisita per la sua attività di inquinamento, pare infatti che l’industria bruciasse sostanze chimiche tra cui il catrame. “Molti giovani sono stati danneggiati da questo genere di fabbrica e ad oggi non sanno che conseguenze possa aver sul loro fisico l’aver respirato sostanze inquinanti”.

Il portavoce dell’Area Matese ha inoltre ribadito il progetto proposto dall’associazione relativo alla costruzione di un Parco in Matese, “ma pare che la regione preferisca la biomassa al posto di una politica di rivalutazione territoriale”. Alfonso Mainelli si è rivolto così al Provveditorato, unica e sola carta rimasta da giocare per un miglioramento futuro.

A prendere parola nella conferenza un altro socio di Area Matese, Massimo Campanella, che ha sottolineato le caratteristiche delle polveri sottili: “Esse attaccano il DNA, per questo le loro conseguenze non si ripercuotono solo su chi le respira, ma anche in maniera genetica ed ereditaria.”

In conclusione ad intervenire è stata una donna in rappresentanza del popolo. La donna si dice amareggiata di quanto deciso dalla Regione a scapito del nostro paesaggio e prende come riferimento alcuni paesini della Puglia che dal verde che gli circonda hanno fatto il loro business. Quello della donna è un richiamo al popolo, ancora indifferente e poco reattivo a certi episodi.

L’afflusso di gente previsto alla manifestazione, infatti, è stato molto criticato per la sua scarsità.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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