Radioterapia, il Responsible Research Hospital invitato a relazionare in convegni internazionali

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CAMPOBASSO – Nelle scorse tre settimane gli specialisti dell’Unità Operativa di Radioterapia Oncologica del Responsible Research Hospital sono stati invitati a relazionare in alcuni importanti convegni internazionali.

A Washington DC si è tenuto nelle scorse settimane “ASTRO2024”, il più importante congresso di radioterapia americano. La dr.ssa Gabriella Macchia, dell’Unità Operativa di Radioterapia del Responsible Research Hospital, ha partecipato attivamente all’evento presentando i dati di sicurezza dello Studio clinico randomizzato in doppio cieco di fase III (KEYNOTE-A18). L’immunoterapia con pembrolizumab, in combinazione con la chemioradioterapia (CRT) concomitante, ha ridotto il rischio di morte del 33% (HR=0,67) rispetto alla sola CRT concomitante. La sopravvivenza globale a 3 anni ha raggiunto l’82,6% nelle pazienti con nuova diagnosi che hanno ricevuto il regime immunoterapico in associazione ed in mantenimento rispetto al 74,8% per coloro che sono state trattate con la sola CRT concomitante. È la prima volta, in oltre 20 anni, che si assiste a un miglioramento della sopravvivenza globale nel tumore della cervice uterina localmente avanzato ad alto rischio. I dati di tossicità sono risultati comparabili fra i due bracci dello studio.  Il tumore della cervice uterina colpisce spesso donne giovani, professioniste e madri di famiglia, con figli piccoli. Inoltre, è un tumore con molti sintomi locali tra cui soprattutto il dolore, che limita le attività quotidiane. Da qui l’importanza della ricerca scientifica che offre terapie che migliorano la sopravvivenza e permettono di ottenere, in alcuni casi, l’importantissimo obiettivo della guarigione”.  Grazie alla ricerca e alle continue innovazioni tecnologiche la radioterapia di Responsible Research Hospital si conferma sempre più efficace e personalizzata, uno strumento fondamentale nella lotta contro il cancro.

Nei giorni scorsi si è svolta a Dublino la 1° Consensus Conference per la Ricerca clinica sul cancro cervicale del Gruppo Internazionale sul Cancro Ginecologico (GCIG). La missione del gruppo composto da circa 100 delegati delle diverse Società scientifiche provenienti da tutte le parti del mondo è stata quella di sviluppare e pubblicare dichiarazioni di consenso in merito alle sperimentazioni cliniche sul cancro cervicale. Il gruppo italiano del MITO (Multicenter Italian Trials in Ovarian cancer and gynecologic malignancies) ha nominato come delegato la dr.ssa Gabriella Macchia, che ha partecipato attivamente all’evento contribuendo ad integrare la parte radioterapica delle linee guida della Consensus Conference. In particolare la dottoressa ha sottolineato l’importanza del trattamento delle oligometastasi con la radioterapia stereotassica anche alla luce dei recenti studi pubblicati insieme al gruppo italiano AIRO ginecologia. Inoltre la dottoressa ha promosso l’inserimento dei markers radiomici nei futuri studi clinici sulle neoplasie della cervice uterina.

Sulla questione si è soffermata la stessa Gabriella Macchia, che ha dichiarato: “E’ stata una grande soddisfazione rappresentare l’Italia, il gruppo MITO e il Responsible Research Hospital di Campobasso in questa importantissima Consensus Conference internazionale dove erano presenti i massimi esperti mondiali della disciplina. Il confronto con realtà molto diverse e lontane dal punto di vista della ricerca e delle risorse si è rivelato stimolante ed è stato particolarmente sfidante identificare soluzioni a ponte che tenessero in considerazione così tante esigenze e realtà diverse”.

Sempre Dublino, ma in un contesto diverso, si è tenuto il congresso internazionale di Ginecologia oncologica dell’IGCS (International Gynecological Cancer Group). La dr.ssa Gabriella Macchia è stata inviata a parlare nella Master Session sul carcinoma ovarico e ha presentato i risultati del primo studio prospettico sulla radioterapia stereotassica nel trattamento delle lesioni oligometastatiche da Carcinoma ovarico (MITO RT3/RAD). Inoltre ha presentato anche uno studio retrospettivo di associazione fra terapie target (PARP inibitori) e radioterapia stereotassica anch’esso nel trattamento delle lesioni oligometastatiche da Carcinoma ovarico (Studio Epimeteo). I risultati di entrambi gli studi, pubblicati sulla più importante rivista internazionale di Radioterapia, hanno dimostrato come l’utilizzo di terapie locali può migliorare i risultati di sopravvivenza a lungo termine e che ottenere una risposta completa con la radioterapia garantisce una migliore prognosi e ritarda la ripresa della chemioterapia. “E’ stata una grande soddisfazione rappresentare l’Italia, il gruppo italiano di Ginecologia Radioterapica e il Responsible Research Hospital di Campobasso” Ha commentato Gabriella Macchia “in questo importantissimo palcoscenico internazionale dove erano presenti i massimi esperti mondiali della disciplina. Il confronto è stato stimolante e particolarmente sfidante considerando che il carcinoma ovarico è stato da sempre considerato una malattia sistemica, poco trattabile con terapie locali come la radioterapia”.

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