CULTURA – Una mostra dell’artista William Congdon per rievocare le tragiche vicende di cui fu vittima il popolo molisano.
Non c’è stato periodo nella storia del mondo che non sia stato segnato dalla brutalità della guerra e dalla banalità del male, e la pace ancora oggi non può che essere un’emergenza da affrontare. Le guerre moderne che continuano ad infestare i popoli e a condannare la società contemporanea mostrano come sia insito nell’uomo il bisogno insano di distruggere e dominare il prossimo. William Congdon è stato un pittore statunitense che, a seguito dell’entrata in guerra degli Stati Uniti, decise di arruolarsi nell’American Field Service nell’opera di soccorso come conducente di ambulanze. L’artista visse dunque direttamente i drammi della guerra e da una prospettiva particolare: essendo ambulanziere fu tra i primi ad arrivare nel campo di sterminio di Bergen Belsen, lo stesso dove morì Anna Frank con la sorella. Spostatosi poi in Italia, seguì l’avanzata delle truppe alleate e nel ’44 partecipò alla battaglia finale di Montecassino per poi trovarsi a prestar soccorso anche in Molise.
Dunque, in occasione dell’ottantesimo anniversario della battaglia di Cassino e favorendo l’intenzione di programmare eventi volti a promuovere e rafforzare la valorizzazione del patrimonio culturale e artistico della regione Molise, si è pensato bene di organizzare dal 21 giugno al 24 ottobre 2024 una importante mostra sull’esperienza di William Congdon nel Molise durante e dopo la Seconda Guerra Mondiale, distribuita in tre diverse sedi museali molisane: Venafro, Campobasso e Civitacampomarano.
La mostra – promossa dal Ministero della Cultura, dal Parco Archeologico di Sepino, dal Museo Archeologico di Campobasso e in collaborazione con ‘The William G. Congdon Foundation’, ‘Winterline – Venafro’, ‘Intercultura’ e ‘Fondazione Intercultura’ – sarà presentata venerdì 21 giugno presso il Museo Nazionale di Castello Pandone a Venafro alle ore 16:00. La conferenza stampa sarà introdotta da Enrico Rinaldi (Direttore regionale Musei Molise) e vedrà gli interventi di Pierangelo Izzo (Direttore Museo Nazionale di Castello Pandone) Giorgio Gandolfi (Presidente The William Congdon Foundation).
Il Castello Pandone di Venafro ospiterà una trentina di opere a olio dell’artista e immagini in cui si documenta la persistenza delle ferite della guerra nel corpo stesso della pittura. L’obiettivo della mostra è quello di “ridestare l’identità di tutti gli uomini in vista di un fattore comune al loro destino”.
William Congdon è stato un artista che ha voluto tramandare a tutti i costi la realtà della guerra, conducendo la sua arte verso l’obbligo di far conoscere ai posteri la sua posizione da inviato speciale, affinché la verità disarmante della violenza belligerante potesse attraverso i quadri arrivare in un futuro lontano e insegnare all’uomo quanto sia essenziale dare respiro all’esistenza umana e rivalutarla. Questo suo desiderio trova testimonianza nel fatto che, una volta terminata la guerra, aveva voluto partecipare alla ricostruzione del paese al quale si era legato subito, l’Italia, tanto che dal febbraio del 1946 al dicembre dello stesso anno si era fermato in Molise – in provincia di Chieti – proprio per lavorare a fianco della popolazione. Resistenza e ricostruzione, sono dunque questi i termini che esprimono la sua opera e che ci vengono tramandati affinché trovino soddisfazione.
Federica Passarelli
© RIPRODUZIONE RISERVATA
