VENAFRO – Commemorazione vittime 15 marzo ’44, il sindaco Ricci “La pace non è mai una scommessa a perdere”

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VENAFRO – Anche quest’anno, a 80 anni dal tragico bombardamento, la città di Venafro ha ricordato, questa mattina, le sue 73  vittime civili causate dal bombardamento del 15 marzo del ’44 in una solenne commemorazione.

Ricordiamo che i bombardieri di truppe alleate Usa sganciarono il loro micidiale carico di bombe dando origine ad una tragedia immane. Il tutto avvenne perché il centro venafrano fu scambiato per la città ciociara di Cassino, luogo in cui erano diretti i bombardieri per stanare la resistenza nazista che si pensava asserragliata nell’Abbazia di Montecassino. A perdere la vita 73 civili tra cui 35 venafrani e oltre 200 soldati alleati.

Quindi, oggi, a cominciare dal Palazzo Comunale, un corteo di cittadini e istituzioni ha attraversato la città per depositare le corone d’alloro e onorare il ricordo di tutte le persone morte in quei giorni difficili, quando la democrazia tentava di imporsi sulle barbarie nazifasciste.

Dopo la S. Messa presso la Chiesa dell’Annunziata, è stata deposta una corona di alloro alle lapidi delle vittime della guerra apposte presso il Palazzo Comunale. Il corteo, è proseguito poi per via Plebiscito, via Garibaldi, p.zza Porta Nuova, piazzetta XV Marzo – dove è stata deposta una corona -, p.zza Vittorio Emanuele II, c.so Campano, via Roma ed infine p.zza Vittorio Veneto dove è stata deposta un’altra corona di alloro al Monumento ai Caduti è tenuto il discorso ufficiale.

Presenti alla cerimonia le autorità civili e militari, le associazioni di reduci e militari in congedo – testimonianza tangibile dell’attaccamento ai valori che giornate come quella odierna vogliono trasmettere – il Prefetto e il sindaco di Venafro Alfredo Ricci, che ha detto “Si tratta di un anniversario importante perché le ricorrenze con numeri tondi richiamano maggiore attenzione, ed è per questa ragione che abbiamo organizzato diversi eventi per l’intero fine settimana. Questa cerimonia tradizionale in un certo senso può apparire ripetitiva ma non lo è affatto, perché è grazie a quest’ultima che noi possiamo ricordare direttamente tutti quei luoghi che sono stati distrutti dal bombardamento del 15 marzo del ’44, e ricordare tutti quei cittadini venafrani che sono morti in quel giorno mentre svolgevano le loro mansioni quotidiane, oltre ad avere la testimonianza di come questo bombardamento abbia mutato profondamente anche il tessuto urbanistico della nostra città. È un modo, dunque, per rendere onore a chi è caduto e per fare comunità con i cittadini, ma nel suo piccolo rappresenta anche un monito nei confronti di ciò che sta accadendo nel mondo proprio in queste ore, in cui leggiamo notizie che lasciano attoniti e anche un po’ impauriti. La pace non è mai una scommessa a perdere”.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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