CRONACA – Utilizza la carta carburante del Comune per la propria auto, sindaco nei guai

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CAMPOBASSO – Avrebbe utilizzato la carta carburante del Comune per rifornire il proprio veicolo personale, violando così le norme etiche e legali che regolano l’utilizzo di tali risorse. Sindaco accusato di peculato.

I Carabinieri della Compagnia di Bojano hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di misura cautelare emessa da Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Campobasso su richiesta della Procura della Repubblica “per il sequestro preventivo di una scheda carburante e di somme di denaro indebitamente percepite dal sindaco protempore di un sindaco dell’hinterland di questo capoluogo che si sarebbe resosi autore della fattispecie delittuosa del “peculato” art.314 c,p.). – Questo è quanto rileva una nota della Procura della Repubblica del Tribunale di Campobasso –

L’attività info investigativa corroborata da attività tecnica delegata da questa A.G. esperita nel corso dell’anno 2023 ha permesso di accertare che il primo cittadino in qualità di pubblico ufficiale avendo per ragione del suo ufficio la disponibilità di una scheda carburante abilitante alla fornitura di carburante a spese del Comune, e ne era appropriata utilizzandola, poi, per effettuare diversi rifornimenti sul proprio veicolo privato. Ulteriori accertamenti delegati da questa Procura consentivano di escludere la presenza di qualsivoglia autorizzazione che consentisse al Sindaco di utilizzare la cedola magnetica per fini privati, anche a mero titolo di rimborso spese.

Il Giudice per le indagini preliminari condividendo le richieste di questa Procura ha ritenuto indispensabile il sequestro sia della cedola magnetica, onde impedire che le condotte delittuose venissero protratte a conseguenza ulteriori  sia delle somme di denaro pari al valore dei rifornimenti indebiti effettuati, in pregiudizio della spesa pubblica.

Il sequestro preventivo –  conclude la nota della Procura di Campobasso – disposto sui beni nella disponibilità dell’indagato, volto a conservare il profitto del reato ai fini della successiva confisca, si inserisce nel contesto delle linee di intervento della procura volto alla repressione dei reati  da realizzarsi non soltanto intervenendo sui presunti autori ma anche aggredendo i beni che ne costituiscono il profitto. il tutto in un’ottica di deterrenza e di recupero alla collettività di quanto illecitamente acquisito.

La vicenda in questione rappresenta un ulteriore episodio di una tipologia delittuosa che emerge sempre più ricorrentemente ed il cui contrasto capillare tra gli obiettivi di questa Procura, è doveroso  necessario anche al fine di prevenire più gravi reati.

Il procedimento è nella fase delle indagini preliminari nel corso elle quali l’Indagato può esperire nell’ottica difensiva tutti i rimedi processuali previsti dal codice di rito.”

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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