![Piana di Venafro, inquinamento, tavolo tecnico, Di Lucente, particelle inquinanti](https://www.molisenetwork.net/wp-content/uploads/2023/12/Piana-di-Venafro-inquinamento-tavolo-tecnico-Di-Lucente-particelle-inquinanti-780x410.jpg)
CAMPOBASSO – Al tavolo di confronto convocato questa mattina in Regione dall’assessore all’energia e all’ambiente Andrea Di Lucente sulla questione degli sforamenti di PM10 nella Piana di Venafro, seguirà un confronto in Prefettura.
La discussione si è concentrata su una serie di interventi a breve termine, da concentrarsi nelle prossime settimane.
“Ora servono risposte immediate – ha detto l’assessore regionale all’Ambiente, Andrea Di Lucente -. Gli sforamenti devono essere limitati con misure urgenti. Gli interventi che farà la Regione avranno un impatto a lungo termine perché interverremo su aspetti strutturali.
Sull’immediato abbiamo chiesto ai sindaci la loro opinione e le loro idee su aspetti come le limitazioni al traffico, le domeniche ecologiche o azioni forti (anche se limitate nel tempo) per abbassare i livelli di PM10. Prima di ogni cosa, ci hanno detto, vogliono avere un confronto con il Prefetto di Isernia. Per questo motivo, stiamo organizzando al più presto un tavolo in prefettura”.
Nel frattempo, l’assessore anticipa la chiusura a breve di un accordo tra l’assessorato all’Ambiente e il ministero proprio per interventi sulla Piana di Venafro.
“La prima cosa da fare è avviare un monitoraggio costante, che andrà avanti un anno, per capire da dove viene questo inquinamento. Lo faremo con le centraline di Arpa e con le nuove apparecchiature che abbiamo acquistato. Vogliamo arrivare a tracciare le particelle inquinanti per capire da dove arrivano. Poi, dati alla mano, intervenire. Adesso stiamo ragionando come fossimo al buio: andiamo a tentoni, ragioniamo sul sentimento e ragioniamo sempre sull’emergenza. Al contrario, dobbiamo prevenire gli sforamenti, agendo sin dai primi mesi dell’anno, dobbiamo capire da dove vengono e attuare soluzioni che siano strutturali. E’ questo l’approccio che vogliamo avere: darci un metodo scientifico di lavoro”.
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