In Molise più pensionati che lavoratori, Cisl: “Serve una previdenza equa ed inclusiva”

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CAMPOBASSO – Dai dati dell’Inps e dell’Istat, nelle regioni del Sud Italia si pagano più pensioni che stipendi.

Per quanto riguarda il Molise i numeri dicono che, a fronte di 100 mila occupati, le pensioni erogate ammontano a 124 mila così ripartiti sulla provincia di Campobasso le pensioni erogate sono 87 mila a fronte di 71 mila occupati mentre a Isernia dove su 29 mila occupati le pensioni erogate sono 36 mila.

Il coordinatore della FNP CISL Molise Riccardo Mascolo afferma: “Aumentano il numero dei pensionati ma risultano sempre più poveri. Il vertiginoso aumento dei costi, l’ammontare degli assegni pensione non è variato, il che mette gli anziani in seria difficoltà trascinandoli sempre più vicini alla soglia della povertà. Oltre al costo sempre maggiore dell’energia, è preoccupante come, ormai, sia sempre più diffuso il rivolgersi alla sanità privata per evitare i disservizi e le lunghe attese di una sanità pubblica sempre più in affanno”.

“A fronte di una vita sempre più lunga – precisa il responsabile della CISL Molise Antonio D’Alessandro -, che allarga considerevolmente la fascia di pensionati rispetto al passato, è chiaro come la politica debba avere il compito di raccoglierne e ascoltarne con serietà i problemi, al fine di garantire una vita dignitosa anche a coloro che non fanno più parte della popolazione lavorativamente attiva.

Bisogna insistere che parte dei fondi del Pnrr sia impegnata sul nuovo welfare per la non autosufficienza. Il Molise è una delle Regioni Italiane con un alto tasso di over 65, per questo motivo l’adozione sistematica di politiche per l’invecchiamento attivo è fortemente auspicata.

Bisogna istituire un tavolo di programmazione che comprenda tutti gli attori istituzionali e altre associazioni presenti sul territorio regionale, allo scopo di consolidare sinergie tra Regione e Ambiti Territoriali, cercando di rispondere al meglio alle esigenze emergenti della popolazione anziana.

Sulla previdenza – dichiara Antonio D’Alessandro – serve una riforma che garantisca meccanismi di flessibilità in uscita e un impianto sostenibile secondo criteri di equità, inclusione e sostenibilità sociale.

Per questo auspichiamo la ripresa di un confronto politico concreto, in vista del quale ribadiamo le nostre proposte: per le donne sconti contributivi alle madri lavoratrici e rivisitazione dei coefficienti di calcolo; proroga e miglioramento di Opzione Donna; pensione contributiva di garanzia per i giovani; sostegno pubblico all’adesione alla previdenza complementare; maggiore supporto ai lavoratori precoci, a chi svolge lavori gravosi e usuranti e Ape sociale permanente e allargata; possibilità di andare in pensione a partire da 62 anni e anche in presenza di 41 anni di contributi. Per le pensioni in essere riconoscimento della piena indicizzazione all’inflazione ed estensione della 14ma mensilità e nuovi adeguamenti al costo della vita.

La Cisl Molise – conclude Antonio D’Alessandro – ritiene che bisogna restituire ai lavoratori parte delle economie generate dalla Legge Fornero”.

C.C.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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