Unimol, il laboratorio di biologia cellulare coinvolto nell’équipe internazionale di ricerca

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CAMPOBASSO – Il laboratorio di biologia cellulare dell’Unimol diretto dalla professoressa Sabrina Di Bartolomeo ha collaborato con l’équipe internazionale di ricerca che ha dimostrato il nuovo ruolo della proteina Ambra1.

Arriva quasi a porsi in contrasto con i dati Censis di qualche mese fa (dati che vedevano collocata l’Università del Molise all’ultimo posto in classifica nel rapporto dedicato alle migliori università d’Italia), l’importante coinvolgimento del Dipartimento di Bioscienze e Territorio dell’Università degli Studi del Molise – in particolare del laboratorio di biologia cellulare diretto dalla professoressa Sabrina Di Bartolomeo – nella ricerca appena pubblicata sulla rivista internazionale ‘Cellular and Molecular Life Sciences’ che ha interessato anche “l’Università Tor Vergata e l’Università Cattolica Sacro Cuore – Fondazione Policlinico Gemelli, in stretta collaborazione con ricercatori del Danish Cancer Institute di Copenaghen e di vari altri istituti di ricerca internazionali.”

Nel 2007 i ricercatori dell’Università Tor Vergata, insieme ad altri centri di ricerca europei, avevano scoperto una proteina, chiamata Ambra1, in grado di avere un ruolo determinante nel processo di proliferazione delle cellule tumorali. Secondo la nuova ricerca, alla quale ha partecipato anche il laboratorio di biologia cellulare dell’Unimol, la proteina Ambra1 è “cruciale per un corretto orientamento delle cellule durante la divisione cellulare, processo critico sia durante la formazione di un nuovo organismo, sia nel processo di cancerogenesi, sottolineando quindi l’importanza della proteina come possibile bersaglio terapeutico nella lotta contro il cancro.”

Un risultato ragguardevole che riconosce all’Università del Molise un posto di rilievo non solo nella comunità scientifica nazionale e internazionale ma che le restituisce la giusta considerazione nell’elenco infinito delle università italiane, confermando inoltre quanto fossero veritiere le precisazioni che il Rettore Brunese propose in riferimento ai dati Censis non del tutto lusinghieri per l’Ateneo Molisano; egli tenne a puntualizzare, infatti, che le classifiche tendenti a valutare la qualità della ricerca e delle abilitazioni fossero palesemente favorevoli verso l’università del capoluogo molisano. Questa attestazione della qualità didattica dell’Unimol dal punto di vista della ricerca e della produzione scientifica si pone anche come strumento prezioso di accoglienza per quei futuri studenti che vorranno intraprendere la strada della formazione biologica, potendo essi beneficiare di un luogo di studio valido in grado di offrire una conoscenza di alto livello non solo nell’ambito nazionale ma anche internazionale. Una breccia che si spera possa mostrare il suo significato di libertà anche a cospetto del mondo lavorativo, fornendo ai giovani molisani quelle opportunità di cui hanno bisogno per poter costruire il futuro che meritano anche all’interno della loro regione.

Federica Passarelli

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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