CAMPOBASSO – I dati Censis collocano l’Unimol all’ultimo posto in classifica. Il rettore Luca Brunese puntualizza però come le classifiche che valutano la qualità della ricerca e delle abilitazioni nazionali siano decisamente lusinghiere per l’Ateneo molisano.
Il Censis, l’istituto di ricerca socio-economica, ha pubblicato il nuovo rapporto 2023 dedicato alle migliori università d’Italia. Ha stilato diverse classifiche dividendo le varie università in base al numero degli studenti iscritti: Mega Atenei, Grandi Atenei, Medi Atenei e Piccoli Atenei. Tra questi ultimi (quelli con meno di 10 mila iscritti) figura l’Università del Molise che con 77,3 punti risulta ultima in graduatoria per ciò che concerne i servizi a favore degli studenti mentre per le borse di studio ha ottenuto il punteggio pari a 80. Migliore è risultato l’indicatore per le strutture (con 96 punti) e discreto quello relativo ai servizi digitali (83 punti). Il risultato peggiore ha riguardato l’indicatore dell’internazionalizzazione (l’internazionalizzazione persegue l’obiettivo di promuovere la libera circolazione di persone – studenti, docenti, staff – e idee per sviluppare la diffusione della conoscenza) perché l’Unimol ha ottenuto il punteggio tra i più bassi insieme a quelli dell’università di Reggio Calabria e Basilicata.
Su tanto il rettore Luca Brunese in una nota afferma quanto “alcuni organi di informazione diano solo spazio alle voci generali che, in gran parte, non dipendono dall’Unimol: infatti, l’occupabilità dipende dal contesto territoriale così come gran parte dei servizi e delle borse di studio.” Il documento prosegue riconoscendo che “ci sono alcuni dati, come quelli dell’internazionalizzazione, che possono essere migliorati e per i quali sono state già intraprese azioni, come la creazione di doppi titoli con università estere, che daranno i loro frutti negli anni.”
Per gli atenei l’internazionalizzazione vuol dire offrire agli studenti, italiani e non, classi davvero internazionali, anticipando le esperienze che i laureati avranno nel mondo del lavoro. Ma non basta. L’internazionalizzazione degli atenei significa molto di più, perché può essere considerata una risorsa anche per il Paese. Attirare talenti stranieri vuol dire aiutare lo sviluppo e le aziende. Insomma, una vera rivoluzione che concretizzata in una realtà piccola come quella molisana potrebbe far ammutolire il vecchio adagio secondo il quale il Molise non esiste.
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