ISERNIA – Il ‘dentino’ del Paleolitico vincitore dell’iniziativa “Fossili Regionali” della Società Paleontologica Italiana

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ISERNIA – Consegnata questa mattina, martedì 11 luglio, una targa al Museo Nazionale del Paleolitico per celebrare il fossile vincitore del Molise nell’ambito dell’iniziativa “Fossili Regionali” promossa dalla Società Paleontologica Italiana.

I risultati sono stati presentati durante la XXIII Edizione delle Giornate di Paleontologia (Paleodays) tenutasi a Lecce dal 7 al 9 giugno 2023. Presenti alla premiazione il dott. Enrico Rinaldi, Direttore della Direzione Regionale Musei Molise, la dott.ssa Annarosa Di Nucci, Direttore del Museo nazionale del Paleolitico di Isernia, il Prof. Carlo Peretto, il Prof. Benedetto Sala, la Dott.ssa Julie Arnaud dell’Università degli Studi di Ferrara e i referenti regionali della Società Paleontologica Italiana per la regione Molise, il dott. Luca Bellucci del Museo di Geologia e Paleontologia dell’Università di Firenze e il dott. Fabio M. Petti della Società Geologica Italiana.

Il fossile più votato del Molise è stato un dentino umano rinvenuto nel sito archeo-paleontologico di Isernia La Pineta appartenuto a Homo heidelbergensis, antenato dell’Uomo di Neanderthal, e riferibile a circa 600 mila anni fa (Pleistocene Medio). Rappresenta ad oggi il fossile umano più antico rinvenuto in Italia e, grazie ad un recente studio multidisciplinare sulla composizione dello smalto del dente, è stato possibile mettere in evidenza che durante le fasi di formazione dello stesso smalto, avvenute nell’utero, la madre del bambino sia rimasta nelle vicinanze dell’area.

Gli altri candidati fossili del Molise per questa iniziativa sono stati un palato di Elefante Antico (Palaeoloxodon antiquus) con molari, un neurocranio di Bisonte di Schoetensack (Bison schoetensacki), un cranio intero di Rinoceronte di Hundsheim (Stephanorhinus hundsheimensis) e, infine, un canino inferiore di Ippopotamo Antico (Hippopotamus antiquus). Tutti questi fossili sono stati rinvenuti, come il dentino di Homo, nel sito di Isernia.

“Un bellissimo riconoscimento – ha affermato Annarosa Di Nucci, Direttore del Museo nazionale del Paleolitico di Isernia, – che sottolinea ancora una volta l’importanza di questo reperto umano che risulta essere il più antico rinvenuto in Italia. Spero che a queste iniziative ne facciano seguito tante altre, in modo che possano contribuire in maniera significativa alla valorizzazione dell’area archeologica, della ricerca scientifica in ambito archeologico-preistorico e alla valorizzazione – ha concluso Di Nucci – del Museo nazionale del Paleolitico di Isernia”.

“Abbiamo ripreso gli scavi – ha dichiarato il prof. Carlo Peretto, dell’Univesità di Ferrara, – che continueranno per il mese di luglio con un bel gruppo di lavoro coordinato non solo da me ma anche da altri ricercatori dell’università di Ferrara in maniera interdisciplinare. Stiamo esplorando un settore significativo per arrivare a un livello archeologico più importante, quello che noi chiamiamo ‘3A’, ricchissimo di materiali e di reperti. Ci siamo già molto vicini, stiamo raccogliendo un’infinità di materiali e speriamo che altri reperti significativi, come quelli riconducibili ai nostri antenati, si possano ritrovare e quindi migliorare – ha concluso Peretto – anche la presentazione nell’ambito di questo museo già molto importante”.

C.C.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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