UNIMOL – La Ministra Bernini a Campobasso al convegno “L’Università nel Sud motore di sviluppo”. Candidatura alla Regione di Brunese? “Ni”

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CAMPOBASSO – “L’Università nel sud motore di sviluppo” è la manifestazione celebrativa dei 40 anni dell’istituzione dell’Università del Molise a cui ha partecipato anche la Ministra dell’Università e della ricerca Anna Maria Bernini e che ha visto la partecipazione di tutti i rappresentanti delle forze politiche molisane, parlamentari, regionali e comunali.

Una mattinata di interventi dal palco dell’Aula Magna dell’Università del Molise con la mente rivolta soprattutto da parte della stampa di carpire notizie sul futuro candidato alla presidenza della Giunta regionale del centrodestra. Ovviamente a portata di taccuini e microfoni c’era il Rettore Brunese accreditato al momento per la corsa a Governatore per i suoi buoni uffizi con alcuni Ministri del Governo Meloni, su cui però il massimo dirigente Unimol non si è espresso e tanto vale senza dubbio una non smentita.

Per la ricerca di un nuovo aspirante Governatore, tuttavia, il centrodestra accelera i tempi ed oggi pomeriggio il senatore Lotito, in qualità di coordinatore regionale di FI  presiederà una riunione del centrodestra a Isernia dove si parlerà certamente di candidature alle Regionali.

Stamane nell’Aula magna si è parlato di Università del loro legame con i territori e come supportare quest’ultimi con le attività in capo agli Atenei. Il Rettore Brunese ha detto “Non vi nascondo che anche oggi è una giornata in cui sono particolarmente emozionato e molto orgoglioso di avere qui oggi il ministro Bernini e tanti amici rettori. Siamo a 40 anni dalla nostra istituzione, esorto a fare un salto indietro a quando è stata istituita la nostra università, nel Mezzogiorno d’Italia ci fu il terremoto e subito dopo fu istituita l’Università della Basilicata. In quel periodo esisteva la scuola di pensiero per la quale dovevano essere ampliate gli istituti universitari in Italia e sulla scorta di questa furono istituite nuove università tra cui quella del Molise. Nello stesso decreto furono rese statali le università dell’Aquila e la stessa procedura fu fatta per Trento e per Chieti. Lo ricordo perché era un momento nel quale si riteneva che la diffusione del sistema universitario fosse talmente importante per il paese da rendere necessaria in più parti del territorio una nuova spinta al numero dei laureati che allora era insufficiente.

Voglio ricordare ora quello che è successo in questa università: c’è una fase, che io chiamo quella del comitato tecnico Amministrativo, CTA si chiamava all’inizio, i rettori erano i rettori erano Giovanni Palmeri, Gianfranco Morra e Mario Formisano, questa fu la fase istitutiva.  Fu poi il rettore Pietro Berlingeri a istituire i primi dipartimenti, i primi corsi furono Scienze Agrarie e Economia che allora si chiamava Economia e Scienze Sociali, queste diedero vita all’università.

Il primo edificio ad essere costruito è quello dove oggi c’è il Dipartimento Giuridico. Passiamo poi ad un’epoca più moderna, quella degli anni 90, in cui fu Lucio D’Alessandro a insediare i primi organi, il primo consiglio di amministrazione e proprio in questi anni si videro i primi laureati.  Successivamente c’è stato un lunghissimo periodo, la fase a cavallo dagli anni 90 ai 2000 dove si pensava che il Rettore fosse un mestiere che durasse per tutta la vita.  Giovanni Cannata infatti, fece il Rettore di questa università per circa 18 anni. Quindi a Cannata dobbiamo ad esempio quest’Aula Magna e gli edifici che abbiamo nel nostro Campus universitario. Fu una fase “di edilizia” che vide la costruzione dell’università cosi come ci appare oggi.

Il 2010 fu invece un periodo molto difficile per le Università ed anche per questa. Gianmaria Palmieri che è stato il primo Rettore della nuova era, è stato una figura di un ricambio generazionale in cui si è creato un nuovo gruppo di docenti e di lavoro che ha portato all’Università dove è oggi.

8000 è un numero che può sembrare piccolo ma è un numero per questa regione importantissimo è infatti il numero dei laureati che hanno completato il percorso di laurea in questa Università dal 1991 a oggi. E’ un numero grandissimo che corrisponde al 10% della popolazione del Molise. 8000 laureati nel settore giuridico/economico e di agraria che sono storicamente i settori più strategici.

Il dipartimento di Scienze Umane invece ha già superato i quattromila laureati.  Il Corso di informatica in pochi anni ha fatto 500 laureati ed oggi è il corso di laurea di punta tanto che alla fine del percorso triennale gli studenti non proseguono la magistrale perché trovano lavoro, per noi questo è talmente strategico che abbiamo pensato di investire ancora di più sul territorio.

L’ultimo numero è quello è quello di Medicina che vede 600 laureati.

Vado ancora su altri due numeri, la percentuale dei laureati è raddoppiata rispetto a quando l’università non c’era, il 44,1% del tasso di conseguimento del primo titolo universitario è altissimo per il Molise, è tra i più alti d’Italia, vale lo stesso per laurea magistrale il che vuol dire che c’è interesse e voglia dei ragazzi del Molise di studiare.

Il nostro è un Ateneo fortemente trasversale, vediamo con orgoglio con circa 2000 matricole nuove ogni anno e 8000 studenti. Abbiamo un’offerta formativa molto trasversale che va dalla Giurisprudenza alle Lauree delle Scienze Umane, dall’informatica a Medicina. Abbiamo sperimentato l’Ingegneria Medica che ci ha dato molte soddisfazioni. Quindi abbiamo un’offerta realmente trasversale, siamo andati sulle lauree a ciclo unico, abbiamo fatto lo sforzo di offrire a questo territorio il massimo di quello che potevamo fare con l’offerta formativa.

Nel prossimo anno accademico abbiamo ancora delle novità, abbiamo utilizzato il piano straordinario per pensare ancora più in grande e progettare i nuovi corsi di laurea. Credo molto nella scelta di aprire un secondo indirizzo di laurea di Informatica nella sede di Termoli per andare nella direzione di una richiesta che viene da quel territorio e credo molto anche nella scelta di un corso di laurea in Psicologia, una grande scommessa che ci porterà al 10% di matricole in più.

Oltre a questo dobbiamo ricordare che per far progredire l’università, soprattutto al sud, è importantissima la Terza Missione si potrebbe quindi trovare il modo di valorizzarla maggiormente e noi rettori stiamo lavorando su questo.

Altro argomento che mi sta molto al cuore è la migrazione giovanile studentesca. I ragazzi che vanno via non perché non trovano il corso di laurea che desiderano ma vanno via per una scelta di vita.

Per evitare la migrazione giovanile dovremmo costruire insieme ad altre università, un percorso, un progetto comune tra Atenei che darebbe la possibilità ai ragazzi di fare un’esperienza diversa: ad esempio fare la Laurea magistrale in ingegneria biomedica su tre sedi per cui i ragazzi farebbero un semestre in tre sedi di diverse per dare loro l’opportunità di fare un’esperienza di vita diversa.

Viviamo un momento di particolare criticità della popolazione studentesca, ho mantenuto in questi anni un rapporto sempre molto stretto con i miei studenti ed il loro punto di vista è molto importante. Negli incontri con loro ho avvertito la fragilità di questo periodo e della società che probabilmente ha corso troppo, si pensa che arrivare tra i primi sia più importante che arrivare. E invece questo è sbagliato perché molti colleghi che si sono laureati più tardi oggi svolgono ruoli di altissimo livello.

Dobbiamo lasciare l’idea che il risultato sia più importante del tempo impiegato per ottenere il risultato.

Il Covid ha reso fragile gli studenti che vanno accompagnati, i ragazzi rimanendo chiusi in casa nel periodo del Covid hanno avvertito un mondo diverso e più difficile nel quale credevano di vivere. Per concludere ricordo che bisogna puntare sullo sviluppo e la ricerca, questo è importantissimo per le aree del Mezzogiorno e per combattere il loro spopolamento”

La Ministra Bernini è quindi intervenuta spiegando che l’Università è il luogo dove non si fa solo formazione ma anche aggregazione. Sull’accesso alla Facoltà di Medicina e chirurgia ha annunciato l’allargamento del numero chiuso dal prossimo anno.

“È tanto importante ricordare da dove veniamo, – ha detto la Bernini – il ricordo di quello che siamo è fondamentale ed è fondamentale il ricordo di chi è venuto prima di noi. Bellissimo quello che il Magnifico Rettore ha fatto, dei colleghi e rettori precedenti e che hanno ciascuno per la propria parte dato un’impronta alla storia di questa Università. L’Università non è un luogo dove si fa solo formazione, l’università è un luogo dove si fa aggregazione, dove si mettono insieme i saperi, è la comunità di chi insegna, la comunità di chi impara.  Sono profondamente orgogliosa dell’Università che ho ritrovato che non è un luogo dei saperi chiusi.

È il luogo della comunicazione aperta e della formazione di risorse umane che devono filtrare un mondo di lavori e saperi assolutamente innovativi.

L’università di oggi è tutto, le università di oggi sono aperte ai territori e stanno già lavorando insieme ad imprese, stanno già creando delle connessioni per fare in modo che l’allunaggio degli studenti nel mercato del lavoro sia morbido. E’ fondamentale mettere a disposizione degli studenti tutti gli strumenti possibili per entrare immediatamente in contatto con il principio di realtà. Bisogna dare ai propri studenti una cassetta degli attrezzi che sia la più ampia possibile e sto parlando dei contenuti, di innovazione, di un’offerta formativa che ha dimostrato di avere un appeal nel mercato del lavoro attraverso diversificazione della propria offerta creando dei legami nel mondo delle imprese e della ricerca.  I nostri studenti hanno bisogno di un valore aggiunto. L’Università è Universitas, l’università è formazione ma è anche interazione. Tutto questo deve avvenire anche tra gli atenei italiani. La mobilità e quindi quello che noi definiamo l’Erasmus italiano, credo sia una soluzione possibile alla migrazione degli studenti garantendo naturalmente anche borse di studio e residenze universitarie.  Ci sono a disposizione 500 milioni per le borse di studio da subito per far capire che non stiamo scherzando, 300 milioni sulle residenze universitarie e da qui al 2026 dobbiamo realizzare 52 mila posti letto. Allora sì che la mobilità diventa possibile.

Il Governo c’è ed è al vostro fianco, ed è favorevole ad agevolare l’apertura che vi consente di entrare in connessione perché è innanzitutto un’apertura agli studenti. Io ci sarò sempre se si proporranno soluzioni di apertura e di collegamento tra Atenei, non è più un momento competitivo. Gli Atenei non sono più competitivi tra di loro ma sono competitivi verso il mondo, si mettono d’accordo per offrire formazione di qualità che compete con tutto ciò che c’è fuori.”

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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