ISERNIA – Truffe sui bonus edilizi, la Procura fa chiarezza sull’inchiesta in corso

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ISERNIA – La Procura fa chiarezza circa le notizie di stampa pubblicate da alcuni quotidiani in ordine al procedimento avente ad oggetto presunte truffe in materia di ecobonus.

“Con riferimento al procedimento indicato – si legge in una nota diffusa dalla Procura – che portò, nel mese di marzo, all’adozione da parte del Gip del Tribunale di Isernia, su richiesta di questa Procura, di quattro misure cautelari personali  che disponevano la sottoposizione agli arresti domiciliari di quattro persone, ravvisandosi il pericolo di reiterazione di delitti della stessa specie da parte delle persone sottoposte alle predette misure, sono apparse ieri su alcuni quotidiani notizie imprecise circa la decisione del Tribunale del Riesame in ordine alle misure in parola.

Invero è stato affermato che il Tribunale per il Riesame di Campobasso avrebbe revocato le misure cautelari.

Tale affermazione non corrisponde alla decisione del Tribunale di Campobasso. Invero la revoca si adotta quando si ritiene la misura in atto infondata in ordine agli indizi di colpevolezza o alla configurazione del reato o per il venir meno delle esigenze cautelari per le quali erano state adottate.

Nel caso di specie, come emerge dalla lettura del dispositivo, non c’è stata alcuna revoca delle misure in questione bensì solo la loro sostituzione con misure interdittive e segnatamente con quelle della sospensione dello svolgimento di determinata attività professionale o del divieto di esercitare imprese e uffici direttivi delle persone giuridiche e delle imprese, per la durata di mesi tre.

La decisione del Riesame dunque conferma la valutazione effettuata dalla Procura e dal Gip del Tribunale di Isernia circa la fondatezza dell’ipotesi accusatoria e la sussistenza dell’esigenza di evitare la commissione degli stessi reati da parte degli indagati, ritenendo però le misure interdittive adottate idonee a salvaguardare la predetta esigenza cautelare.

La Procura valuterà, al deposito delle motivazioni, l’eventuale proposizione del ricorso contro le suddette misure interdittive innanzi alla Corte di Cassazione”.

Le indagini continuano e gli indagati potranno far valere le loro difese innanzi all’A.G. alla stregua del c.p.p.

C.C.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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