VENAFRO – Commemorazione vittime 15 marzo ’44, il sindaco Ricci “I terribili errori del passato non ci hanno insegnato nulla”

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COMMEMORAZIONE – Anche quest’anno, a 79 anni dal tragico bombardamento, la città di Venafro ha ricordato le sue vittime in una solenne commemorazione.

La comunità venafrana dovette affrontare ben due bombardamenti. I bombardieri di truppe alleate Usa infatti  sganciarono il loro micidiale carico di bombe dando origine ad una tragedia immane. Il tutto avvenne perché il centro venafrano fu scambiato per la città ciociara di Cassino, luogo in cui erano diretti i bombardieri per stanare la resistenza nazista che si pensava asserragliata nell’Abbazia di Montecassino.

A perdere la vita 73 civili tra cui 35 venafrani e oltre 200 soldati alleati.

Quindi, oggi, a cominciare dal Palazzo Comunale, un corteo di cittadini e istituzioni ha attraversato la città per depositare le corone d’alloro e onorare il ricordo di tutte le persone morte in quei giorni difficili, quando la democrazia tentava di imporsi sulle barbarie nazifasciste.

Dopo la Messa presso la chiesa dell’Annunziata, il corteo ha fatto tappa ai piedi del Palazzo Comunale, dove è stata deposta una corona. Successivamente il corteo ha raggiunto il monumento ai Caduti, in piazza Vittorio Veneto, dove è stata deposta l’ultima corona.

Presenti alla cerimonia le autorità civili e militari, le associazioni di reduci e militari in congedo – testimonianza tangibile dell’attaccamento ai valori che giornate come quella odierna vogliono trasmettere – il Prefetto e il sindaco di Venafro Alfredo Ricci, che ha detto “Fatti come questi del 15 marzo ’44 hanno scosso fortemente le coscienze di un’intera comunità. Oggi è una giornata in cui coltivare la memoria, il rispetto e l’onore per coloro che persero la vita nei bombardamenti. Ma questa giornata ha un senso se si riflette sulle cause di quella distruzione e se si riflette su cosa eventualmente si può ancora fare per evitare che si verifichino di nuovo.

Ci sembrava una storia lontana quella del 15 marzo ’44, invece oggi, nel 2023, rivediamo quelle scene, tante volte solo raccontateci, nelle città martoriate della nostra vicina Ucraina. Dunque, i terribili errori del passato non ci hanno insegnato nulla.

E così oggi, in questa cerimonia, commemoriamo i caduti dei bombardamenti di Venafro, ma rivolgiamo il nostro pensiero anche ai nostri amici ucraini che stanno soffrendo e stanno morendo. Pensiamo a quei bambini che con le loro mamme hanno dovuto ancora una volta, come durante il Secondo Conflitto Mondiale, separarsi dai propri padri impegnati a combattere in uno scontro dell’uomo contro l’altro uomo che pensavamo di non dovere più vedere”.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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