
CAMPOBASSO – Nella conferenza stampa di questa mattina è finito sotto accusa il DCA del Commissario ad Acta.
“La situazione è insostenibile, non possiamo andare ancora avanti poichè sono emersi fatti gravi a cui bisogna trovare una soluzione immediata. Non parliamo di budget o di finanza, ma esclusivamente della salute dei cittadini”. Non usa mezzi termini Stefano Petracca, presidente del Consiglio di Amministrazione del Gemelli Molise, a margine della conferenza stampa tenutasi questa mattina nell’Aula Crucitti nella quale sono stati messi sul tavolo i dati sulla radioterapia e sul problema della procedura per le prescrizioni.
Insieme a lui, nell’incontro con la stampa, l’avvocato Fabio Verile e il direttore della Radioterapia oncologica dottor Francesco Diodato. Sotto accusa il decreto del Commissario ad Acta Donato Toma dello scorso 20 gennaio, in base al quale il Gemelli Molise non può più avviare le cure senza le prescrizioni firmate dal reparto di Oncologia del Cardarelli, un provvedimento che di fatto esclude il Gemelli dai prescrittori di radioterapia.
“Continuiamo a seguire ogni paziente – ha aggiunto Petracca – anche se le cure non sono state autorizzate, perché curiamo secondo scienza. Ad esempio, su 23 schermature richieste da noi al Cardarelli ce ne hanno autorizzate solo due, ma noi comunque ne abbiamo fatte 23 perché erano necessarie. In questo modo stiamo operando fuori legge, ma nell’interesse del paziente. In questi mesi abbiamo ottenuto zero risposte, le promesse sono state disattese”.
Una situazione che rischia di avere risvolti inaspettati: “O si interviene subito – ha infatti dichiarato il presidente Petracca – oppure confermo che a fine mese non potremmo più prendere in carico altri pazienti,dopodiché continueremo soltanto con i pazienti in trattamento e saremo quindi costretti a chiudere il reparto. Con le nuove regole imposte dal decreto del commissario Toma per la radioterapia la vita dei pazienti è a rischio ”.
Petracca ha anche rivolto un appello al Ministro della salute Orazio Schillaci affinchè si possa “intervenire immediatamente, perché non c’è più tempo e dal tempo dipende la vita dei nostri pazienti”.
Ancor più duro l’avvocato della struttura sanitaria Fabio Verile: “La condotta rappresentata integra reati contro la persona. Somministrare schermature in misura inferiore rispetto a quelle prescritte dal punto di vista scientifico vanifica le cure, ovvero aggrava la posizione del malato oncologico”.
M.A.
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