VENAFRO – Altro che raccolta differenziata, le campagne sono il regno dei rifiuti

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VENAFRO – Non basta il grande inquinamento dell’aria causato da esalazioni tossiche e l’odore quasi costante di plastica bruciata.

C’è anche il littering, che in generale è la pratica dell’abbandono dei rifiuti in spazi pubblici come strade, spiagge e boschi, non solo piccoli rifiuti come un chewig-gum, una cicca di sigaretta, una lattina o un depliant ma anche intere buste di immondizia.

Sono solita andare a passeggio a piedi verso il San Bartolomeo, attraversare la campagna e tornare dalla parte del Campo Sportivo, in via Pedemontana, e da tempo noto che il fenomeno è in crescita, forse da quando c’è la raccolta differenziata. Lungo il ciglio della strada e nel fossato vedo di tutto: cartoni, copertoni, bottiglie, cocci, lattine, interi sacchi neri di spazzatura che spesso e volentieri sono presi d’assalto da cani e gatti randagi che aprono e spargono il contenuto peggiorando la situazione.

Mi sono spesso chiesta chi getta i rifiuti in campagna deturpando il paesaggio e compiendo un gesto tanto incivile. Forse persone che non pagano la tassa sui rifiuti, che non hanno regolare residenza, che non vogliono fare la differenziata.

La curiosità non è solo mia. Infatti ho letto che è stato condotto uno studio sociale per tracciare il profilo degli “zozzoni” da Aica – Associazione Culturale per la Comunicazione Ambientale con la collaborazione del Ministero dell’Ambiente, del Consorzio Nazionale imballaggi e di sei consorzi di filiera, insieme al Dipartimento di Culture, politica e società dell’Università degli studi di Torino. L’indagine sul fenomeno è stata rivolta a individuare i luoghi più minacciati, a tracciare una sorta di identikit del litterer, cioè di chi getta i rifiuti in posti non adeguati e una mappa delle motivazioni.

Ad ogni modo il fenomeno comunica senso di degrado e insicurezza e suggerisce mancanza di fiducia nei confronti delle istituzioni cittadine che non sempre riescono a contrastarlo o a porvi sollecito riparo. Occorrerebbero delle telecamere ma in aperta campagna è difficile allocarle e alimentarle.

Sembra che chiunque, non visto, possa trasformarsi in un litterer, indipendentemente dall’età, dal genere, dalla professione, dalla provenienza sociale e dall’opinione in merito sul fenomeno. Se uno ha un rifiuto tra le mani e non adocchia subito un cestino per gettarlo può abbandonarlo a terra, in determinate circostanze e non in altre. Un terzo delle persone in possesso di un potenziale rifiuto si può trasformare in un litterer. Pare che lo facciano più le persone adulte, ultracinquantenni, che i ragazzi e più i maschi rispetto alle donne.

Il fenomeno è più diffuso nelle periferie, nelle scuole e nelle università, meno negli ambienti a prevalenza naturale.

Ad ogni modo, anche se il fenomeno è assai diffuso ad ogni livello, non è meno riprovevole ed è un’ulteriore motivo di dispiacere per i venafrani oltre all’inquinamento ambientale, alla carenza di strutture, alla chiusura graduale di molte attività commerciali private.

G.D.C.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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