“Montagna aperta”, convegno a Capracotta. A caccia di un turismo nuovo, lento. La Regione cambi direzione

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CAPRACOTTA  – “Montagna aperta” il riscatto della montagna che vuole essere vissuta più che rappresentare elemento di guadagno, anche quello comunque in una fase successiva serve, la voglia di mettere insieme tante iniziative per ricreare spazi ambienti di vita sana e antica legata al territorio per  un turismo cosiddetto lento capace di combinarsi perfettamente con la gente che continua a mantenere un rapporto di grande fedeltà con la Montagna.

Il convegno di 3 giorni a tema tenutosi a Capracotta è risultato molto interessante dove però a nostro giudizio sono venute fuori  troppe cose al riguardo evidentemente attagliate al Molise. Troppi ritardi, troppi condizionamenti, troppe indifferenze, si leggono nella storia della gestione della montagna, ora c’è questa frenesia di voler fare tante cose tutte insieme, ma pensiamo una cosa alla volta rifondando prima di tutto una nuova cultura, con una  formazione, veloce e adeguata, dell’ospitalità, dell’accoglienza ricettiva su piccoli numeri attraverso strutture rurali belle, confortevoli a misura d’uomo integrati con il paesaggio da viverlo così ancora meglio anche attraverso un’offerta gastronomica puntuale specifica legata al territorio ben presentata e allineata a giusti livelli qualità prezzi e  una politica locale regionale soprattutto che spenda risorse in questa direzione con un programma ben configurato agli obiettivi concertati con gli amministratori locali e i futuri operatori.

Dire tante cose e mischiarle in un grosso contenitore dove tutto pare bello, dove in apparenza non manca nulla, sembrerebbe vano, irrealizzabile o trasportato in un tempo che potrebbe rivelarsi molto lungo per mettere insieme tanti pezzi di un sistema turistico nuovo.

Abbiamo l’impressione che si vorrebbe correre ai ripari  in fretta creando un pò di confusione dopo anni di abbandono e di lassismo politico e amministrativo a livello regionale che sulla riorganizzazione di uno schema inedito riguardante la vivibilità della cosiddetta montagna di mezzo non ha mostrato molta vicinanza. L’unicità e l’offerta di emozioni che quest’ultima possono suscitare fanno parte di un turismo molto delicato e anche complicato per la qualità e le esigenze dei suoi fruitori.

Che la Regione faccia la sua parte in questa direzione cambiando marcia e diversificando gli interventi e le risorse per realizzarlo, i contributi a pioggia servono a nulla. Ci si concentri su un grande progetto regionale con contributi nazionali ed europei che coinvolga e rivoluzioni a tappe un turismo che in Molise troverebbe un terreno adatto e fertilissimo. Altre Regioni già sono in cammino, altre hanno ricostituito un patrimonio ambientale rurale architettonico, legato al territorio e ai piccoli borghi, che è diventato un Pil molto interessante per le aree interessate allontanando soprattutto uno melanconico spopolamento.

il direttore

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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