CRONACA – Facevano spese con banconote false, arrestati un uomo e una donna

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ISERNIA – Spendita in almeno sette negozi della provincia di Isernia con banconote false tra maggio e giugno scorsi.

L’operazione congiunta della Guardia di Finanza del Gruppo isernino e della Squadra Mobile presso la Questura di Isernia condotta nel centro antico di Napoli ha portato agli arresti domiciliari un uomo ed una donna. L’ordinanza come precisa la Procura della Repubblica di Isernia è del Gip del Tribunale isernino emessa su richiesta della stessa Procura.

“Gli indagati, talvolta operando insieme – spiega la Procura della Repubblica di Isernia – altre separatamente, dopo aver scelto l’esercizio commerciale bersaglio (farmacie, parrucchieri, negozi di ottica, etc.), ivi acquistavano beni di scarso valore pagando o provando a pagare con banconote da 100 euro contraffatte, al fine di ottenere il profitto corrispondente al resto resogli dall’esercente.
Le condotte oggetto di indagine, oltre a configurare la fattispecie di cui all’art. 455 c.p., costituiscono altrettante ipotesi di truffa consumata o tentata in danno dei destinatari del pagamento, la quasi totalità dei quali ha presentato formale querela.
A carico degli indagati è stato ritenuto sussistente un grave quadro indiziario fondato sulle dichiarazioni delle vittime, sulle immagini di videosorveglianza degli esercizi commerciali colpiti e sulla conferma ottenuta dalla Banca di Italia rispetto alla falsità delle banconote spese dagli indagati e successivamente sequestrate.

Le indagini, coordinate e dirette da questa Procura della Repubblica e affidate alla Guardia di Finanza del Gruppo di Isernia e alla Squadra Mobile presso la Questura di Isernia, proseguiranno al fine di comprendere se gli indagati siano coinvolti anche nella produzione delle banconote contraffatte, delle quali è attualmente ignota la fonte.

Nei prossimi giorni gli indagati, attualmente sottoposti alla misura cautelare degli Arresti
Domiciliari, potranno fornire la propria versione dei fatti al GIP in sede di interrogatorio, fornendo eventuali elementi a propria discolpa.”

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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