CAMPOBASSO – E’ un braccio di ferro duro e continuo quello tra l’ex governatore Iorio che non ha mai nascosto l’intenzione anzi la determinazione a ricandidarsi per palazzo Vitale e l’attuale presidente della Giunta regionale Donato Toma.
Sul tema della sanità il terreno di scontro, oltre che su quello politico, diventa sempre più ampio e rovente soprattutto considerando che Iorio si è trovato ad amministrare la sanità una quindicina di anni fa nel periodo più delicato quello a cui sono seguite una serie di tagli e di commissariamenti che hanno messo in ginocchio successivamente il sistema sanitario locale. E sull’informativa di Toma del Programma operativo sanitario 2022-2024 già consegnato a Roma ai Ministeri competenti Michele Iorio ci sono le forbici taglienti di Iorio che commenta
“Dando un sguardo sommario al POS 2022 – 2024 di cui il commissario ad acta alla sanità del Molise tanto si vanta, posso affermare senza ombra di dubbio che siamo di fronte ad un documento che va contro gli interessi del Molise.
Con questo atto, si scrive nero su bianco che il punto nascita di Termoli non dovrà più esistere così come l’emodinamica a Isernia. Soprattutto si invia a morte certa coloro che potrebbero essere colpiti da emorragia cerebrale che prevede il trasferimento dei pazienti a Pescara o Napoli nonostante si tratti di una patologia dove il tempo è elemento fondamentale per salvare la vita del paziente.
Non si può chiedere al Consiglio regionale di codificare quanto scritto sull’atto del commissario ed è inconcepibile che qualcuno abbia avuto il coraggio di tradurre su un documento di programmazione una organizzazione della rete dell’emergenza praticamente inesistente sul territorio regionale.
Il compito di una regione così piccola è soprattutto quello di garantire le cure dei propri cittadini specie per le patologie tempo dipendenti invece ci limitiamo a copiare una programmazione scritta quasi certamente a Roma da chi non conosce né le esigenze dei cittadini né il territorio molisano.
Durante i lavori del Consiglio – conclude Iorio – ho formalmente chiesto a Toma di ritirare questo atto e, se gli è stato imposto da Roma, di dimettersi da commissario ad acta perché in qualità di presidente di Regione il suo principale compito è quello di tutelare i cittadini di questa terra.”
Un piano limitativo e riduttivo che non piace a nessuno nemmeno alla Maggioranza o a una parte di quest’ultima che pensa seriamente di animare ancora di più una mozione di sfiducia al presidente commissario in carica visto che i tempi ormai sono troppo ristretti per correggere percorsi di programmazione e amministrativi che avrebbero dovuto avere corpo e conclusione negli anni e mesi passati e che non hanno visto alcuna luce operativa. Soprattutto nella sanità dove il cumulo di rovine è enorme.
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