EVENTO –Trentennale della FIGC Molise, Gravina: “Un traguardo importante”

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CAMPOBASSO – Si è svolta ieri sera la festa per i 30 anni di autonomia del Comitato Regionale Molise, presenti i maggiori vertici federali.

La sala ricevimenti del Coriolis di Ripalimosani, gremita ed entusiasta, ha ospitato la manifestazione organizzata dal Comitato Regionale Molise della FIGC per la celebrazione del trentesimo anno di autonomia.

Ad aprire l’evento un video celebrativo attraverso il quale sono stati ripercorsi i momenti più significativi che hanno scandito la storia del Comitato. Momenti indimenticabili che hanno suscitato emozione e tra i presenti: i tanti convegni ospitati in Molise, le partite della nazionale maggiore e delle nazionali giovanili e femminili tenutesi in Molise, l’inaugurazione del primo campo senza barriere ad Agnone nel 2004, l’arrivo della Coppa del Mondo al Teatro Savoia nel 2007, la Festa el calcio molisano per i 20 anni di autonomia nel 2012 e l’inaugurazione della nuova sede di Ripalimosani nel 2016. Non sono mancati i momenti di commozione, tra cui quello legato al ricordo dell’inaugurazione del campo di San Giuliano di Puglia a seguito del terremoto.

A fare gli onori di casa il presidente Piero Di Cristinzi che ha ricordato i risultati ottenuti in questi 30 anni e ha ringraziato i numerosi ospiti presenti. Tra gli interventi, quello del presidente della giunta regionale Donato Toma, che ha rivendicato il ruolo della Regione Molise nel supporto offerto al Comitato e alle società soprattutto durante le difficili fasi della pandemia, il sindaco di Campobasso Roberto Gravina, il sindaco di Venafro e presidente della provincia di Isernia Alfredo Ricci, il presidente della FIGC Gabriele Gravina, il presidente della LND Giancarlo Abete, Carlo Tavecchio (che da presidente federale firmò il decreto di autonomia del CR Molise nel 1991) e Antonio Matarrese.

Oltre alle dovute celebrazioni, notevole importanza è stata riservata ai progetti futuri e alla nuova problematica della crisi energetica che potrebbe mettere in ginocchio diverse società. A tal proposito il governatore Toma ha anticipato importanti interventi che dovrebbero essere presi sulla tematica dell’impiantistica sportiva.

Il presidente Gravina ha sottolineato l’importanza del lavoro svolto negli ultimi 30 anni, non lesinando frecciatine e spunti polemici sulla gestione del calcio italiano a livello politico e invitando ad una maggiore sostenibilità dei costi e del sistema calcio.

Sui 30 anni di autonomia: “È un traguardo importante, un esempio di autonomia conquistata, custodita e proiettata verso un futuro di grande impegno”

Gravina ha affrontato anche il problema del Campobasso Calcio: “Bisognava essere sinceri con la città e dire quali erano le reali condizioni. Non si può pretendere di non rispettare le regole e condizionare gli altri che erano già pronti ad iniziare i campionati.

Per noi ogni società che si perde è motivo di delusione e amarezza. Per me lo è ancora di più per i rapporti di amicizia e collegamento geografico e territoriale con Campobasso. C’erano delle condizioni legate a regole da rispettare, ma il contenzioso non deve diventare motivo di non rispetto delle stesse”

Nel corso della serata sono state omaggiate le figure che in quest’arco temporale hanno ricoperto cariche importanti all’interno del Comitato molisano, in seguito la consueta premiazione delle società, dei dirigenti, dei tecnici e degli arbitri che si sono distinti ed hanno ottenuto risultati importanti nella scorsa stagione.

I 30 anni di autonomia costituiscono un valore da preservare e tutelare. In un momento storico difficile, nel quale non mancano spinte verso aggregazioni e unificazioni regionali, una serata come quella di ieri aiuta a comprendere quanto sia importante per un regione piccola ma molto attiva dal punto di vista calcistico come i Molise, avere quella indipendenza che consente di attuare provvedimenti e di svolgere iniziative importanti soprattutto nei momenti di difficoltà. La gestione pandemia, come rivendicato dal presidente Di Cristinzi e sottolineato anche da Carlo Tavecchio, ne sono l’esempio più lampante.

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