EVENTO – Campobasso e Isernia celebrano la processione del Venerdì Santo tra commozione e speranza per il futuro

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VENERDÌ SANTO – Dopo due di assenza a causa della pandemia, tornano le processioni del venerdì santo a Isernia e Campobasso.

Dopo due anni di assenza a causa della pandemia, tornano le processioni del Venerdì Santo a Campobasso e Isernia. Commozione e speranza per il futuro hanno caratterizzato il primo dei grandi eventi che segnano la fine dello stato di emergenza, ma non quello delle pandemia ancora in corso. A Campobasso e Isernia, nella giornata di ieri, tanti fedeli hanno potuto assistere a uno degli eventi più sentiti della settimana santa. La rievocazione della Passione e Morte di Cristo resta un momento carico di emozioni, che riverbera il senso di appartenenza di ognuno ad una stessa comunità.

La processione del Cristo morto e della Madonna Addolorata è l’avvenimento religioso in cui i campobassani si sentono più legati e partecipi anche emotivamente. Il lungo e mesto corteo nel pomeriggio di ieri si è mosso dalla chiesa di Santa Maria della Croce e si snodato dapprima nel centro storico e, successivamente, nelle principali vie della città per poi far ritorno nella chiesa da dove era partita al calar della sera. Per le vie del centro i campobassani sono tornati a udire il “Teco Vorrei”, coro composto quest’anno da circa 500 cantori che, nonostante la mascherina, sono riusciti a trasmettere ai fedeli le stesse emozioni di sempre. Il popolo campobassano ha partecipato all’appuntamento senza nascondere emozioni e gioia che le mascherine in volto non sono riuscite ad offuscare.

La processione del Venerdì Santo è l’evento religioso più sentito dagli isernini che dopo due anni di stop forzato, causa Covid, hanno potuto assistere al lungo corteo che ha percorso le principali vie della città. Il Cristo morto e l’Addolorata oltre che i busti degli Ecce Homo, le Croci Calvario e le Croci della Via Crucis, vengono portati in processione da particolari fedeli penitenti scalzi: gli Incappucciati, così chiamati per il cappuccio che copre il loro volto. Lo scopo del cappuccio è quello di tenere segreta l’identità di chi compie l’atto penitenziale. Anche quest’anno è stata molto forte la partecipazione dei fedeli che con estasiamo e commozione hanno partecipato all’evento religioso per rendere omaggio in maniera solenne al dramma rievocativo della Morte di Cristo. La processione è partita dalla chiesa di Santa Chiara come da tradizione, attraversando il centro storico della città e le sue vie principali. Il corteo religioso si è mosso per le vie cittadine creando un’atmosfera suadente e avvolta nel silenzio, interrotta solo dai canti funebri dei fedeli, che hanno seguono l’intero percorso fine alla sua conclusione.

C.C.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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