ISERNIA – Caro bollette, sit-in di Coldiretti davanti la Prefettura: “Subito un piano per salvare migliaia di allevatori e agricoltori”

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ISERNIA – Allevatori e agricoltori si sono ritrovati a protestare davanti la Prefettura per chiedere un piano per salvare tante aziende in ginocchio.

Nella mattinata di oggi, giovedì 24 febbraio, allevatori e agricoltori hanno partecipato al sit-in di protesta, davanti la Prefettura di Isernia, contro il caro bollette e l’aumento esponenziale dei costi di produzione. Una delegazione dell’Organizzazione guidata dal Delegato Confederale e dal Direttore regionale, dott. Giuseppe Spinelli e dott. Aniello Ascolese, è stata ricevuta dal prefetto Gabriella Faramondi.

Al prefetto è stato consegnato un documento che racchiude tutte le richieste per salvare migliaia di allevatori e agricoltori della nostra regione tra cui: la richiesta di sbloccare 1,2 miliardi per i contratti di filiera già stanziati nel Pnrr, incentivare le operazioni di ristrutturazione e rinegoziazione del debito delle imprese agricole a 25 anni, attraverso la garanzia del 100% pubblica e gratuita di Ismea e fermare le speculazioni sui prezzi pagati degli agricoltori con un efficace applicazione del decreto sulle pratiche sleali.

Imprenditori e lavoratori sono fortemente preoccupati per il futuro e chiedono, fra le altre cose anche di sbloccare i finanziamenti per lo sviluppo delle energie rinnovabili dall’agricoltura. Dal latte alla carne bovina e suina, dalla frutta alla verdura, l’intera produzione agricola è strozzata dai bassi prezzi e dai maggiori costi dovuti al rincaro dell’energia.

Con l’esplosione dei costi energetici quasi un agricoltore su tre (30%) è oggi costretto a ridurre la produzione di cibo, con una situazione insostenibile che mette a rischio le forniture alimentari e, con esse, la sovranità alimentare di tutto il Paese. Un danno incalcolabile in termini di occupazione, salvaguardia e tutela del territorio e dell’ambiente”

Urge un Piano zootecnico regionale, in mancanza del quale rischiano la chiusura a breve centinaia di aziende. , ha ribadito Giuseppe Spinelli (Delegato Confederale e dal Direttore regionale).

A margine della protesta, abbiamo raccolto le dichiarazioni del direttore regionale della Coldiretti Aniello Ascolese:

Questa è la tempesta perfetta – ha esordito Ascolese – , l’agricoltura sta vivendo una situazione inconcepibile. Questa battaglia la stiamo facendo non solo per l’agricoltura, ma soprattutto per i cittadini, perché sono queste due categorie a pagare costi e aumenti. Uniamo le nostre forze in regione Molise per dare centralità all’agricoltura, attività che non si è mai fermata durante la pandemia.

Settore che ha continuato a garantire l’approvvigionamento del cibo e oggi si trova nelle condizioni, come riferito dall’assessore, che il 50 per cento delle stalle ha chiuso negli scorsi anni. Non aspettiamo che chiuda anche l’altro 50 per cento, ma mettiamo in campo un Piano zootecnico regionale che Coldiretti chiede dal 2018. Non serve il pannicello caldo, bisogno entrare strutturalmente nel settore se non si vuole correre il rischio di farlo saltare.

E se salta la zootecnia – continua -, è un problema per l’ambiente e per il vivere quotidiano. La presenza degli allevatori nelle aree interne è ancora un presidio, è una garanzia. Stiamo chiedendo alla Regione cose fattibili. Abbiamo aperto un tavolo per il latte che per il momento ancora non ha prodotto nulla.

In queste condizioni la zootecnia e l’agricoltura non possono andare avanti. Al prefetto chiederemo di far giungere al governo nazionale un forte segnale di mobilitazione che viene dal basso e di sbloccare tutta una serie di finanziamenti previsti che devono essere decretati a favore delle aziende agricole e delle aziende zootecniche.

Abbiamo i costi del fotovoltaico e dell’energia che ormai sono insostenibili per tutte le categorie, non solo per l’agricoltura. Queste risorse devono essere messe in campo subito. C’è anche il problema dei cinghiali insoluto e tra un po’ avremo anche il problema dei lupi. Noi abbiamo rispetto per la fauna selvatica, gli agricoltori – conclude Ascolese – hanno sempre convissuto con la fauna selvatica, ma oggi si stanno creando le condizioni per non riuscire ad uscire da questa tempesta perfetta”.

 

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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