Chiusura guardie mediche, i sindaci scrivono al Prefetto: “Si costituisca un tavolo di crisi”

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BASSO MOLISE – I sindaci di cinque comuni scrivono al Prefetto chiedendo con forza la costituzione di un tavolo di crisi.

La chiusura delle guardie mediche a dicembre in diversi comuni del Basso Molise ha suscitato reazioni forti tra la popolazione e tra i sindaci. Il primo ad intervenire con una lettera di protesta è stato il sindaco di Campomarino Piero Donato Silvestri al quale ora si aggiungono gli altri sindaci dei Comuni interessati.

Un territorio vasto, con una popolazione superiore alle 20 mila persone, si sente abbandonato dalle decisioni che giungono dall’alto, in un contesto nel quale quasi due anni di pandemia hanno già messo a dura prova il sistema sanitario locale.

Nello specifico, sono cinque i Comuni uniti dallo stesso destino e da quella che è percepita come un vera e propria emergenza. Una circostanza che spinto i sindaci di Campomarino, San Martino in Pensilis, Santa Croce di Magliano, Ururi e Portocannone a scrivere una lettera indirizzata al Prefetto Dott. Francesco Antonio Cappetta e, per conoscenza, al Presidente della Regione Molise e Commissario ad acta per la Sanità Regionale Donato Toma, al Direttore della A.S.R.E.M Dott. Oreste Florenzano e al Ministro della Salute Roberto Speranza.

Una nota che denuncia lo stato di abbandono percepito dalla popolazione e le difficoltà causate dal provvedimento di chiusura delle guardie mediche. La richiesta dei sindaci è quella di costituire un tavolo di crisi volto a “garantire ai nostri cittadini i livelli minimi di assistenza, anche attraverso una supplenza delle funzioni degli organi preposti”.

Riportiamo la lettera integralmente:

Egr. Signor Prefetto,

In riferimento alla decisione dell’Asrem di chiudere per numerosi giorni del mese di dicembre le postazioni di guardia medica in diverse località del Basso Molise e, nello specifico, nei Comuni di Campomarino, Portocannone, San Martino in Pensilis, Santa Croce di Magliano e Ururi esprimiamo grosso rammarico e profondo sconcerto per una decisione che penalizza fortemente il territorio e va ad incidere sul diritto alla salute di un’importante fetta di popolazione molisana.

Il diritto alla salute, configurandosi come diritto universale, assoluto e di rango primario per la persona, non può subire limitazioni rappresentate dalla chiusura di presidi sanitari fondamentali quali quelli in oggetto.

Assicurare l’assistenza sanitaria ai singoli permette, come è stato reso evidente dalla gestione della pandemia da Covid 19, di tutelare l’intera comunità anche in ottica di prevenzione. Al contrario, privare il territorio di punti di riferimento fondamentali quali le guardie mediche, lascia abbandonate a sé stesse comunità che hanno già subito le gravissime conseguenze della pandemia, che tutt’ora continuano a fronteggiare, in un contesto già di per sé difficile nel quale il sistema sanitario non offre le garanzie necessarie.

Il senso di abbandono che ricade sulla popolazione e su una comunità di oltre 20 mila persone non può lasciare indifferenti.

Il nostro ruolo di sindaci, responsabili della condizione di salute della popolazione nel nostro territorio, non può prescindere da una netta presa di posizione riguardo una decisione che ci lascia sconcertati e che lascia le nostre comunità sempre più sole e in balia di un sistema sanitario che non offre le garanzie e le tutele fondamentali.

Abbiamo il dovere istituzionale di rappresentarLe il disagio che colpisce i nostri concittadini, sempre più sfiduciati dinanzi alle criticità del sistema sanitario che con decisioni del genere ha ormai raggiunto un livello di particolare delicatezza e drammaticità.

Dinanzi ad un atteggiamento che sfocia nell’indifferenza, è nostra intenzione, attraverso questa nota, protestare ufficialmente riguardo la problematica venutasi a creare.

La responsabilità̀ che sentiamo forte nei confronti dei nostri concittadini ci impone di denunciare l’attuale situazione sanitaria territoriale e la inaccettabile chiusura dei presidi di guardia medica.

Il rimpallo di responsabilità tra le istituzioni lascia tutti noi esterrefatti e ci spinge a chiedere con forza un’assunzione di responsabilità ed una rapida revoca delle decisioni prese.

Riteniamo che le nostre comunità siano in una vera e propria emergenza sanitaria che ci porta a chiederLe l’immediata costituzione di un tavolo di crisi finalizzato a garantire ai nostri cittadini i livelli minimi di assistenza, anche attraverso una supplenza delle funzioni degli organi preposti.

Confidando in un immediato accoglimento di questa nostra richiesta, porgiamo i nostri cordiali saluti.

–              Silvestri Piero Donato, Sindaco di Campomarino

–              Francesco Gallo, Sindaco di Portocannone

–              Giovanni Di Matteo, Sindaco di San Martino in Pensilis

–              Alberto Florio, Sindaco di Santa Croce di Magliano

–             Laura Greco, Sindaco di Ururi

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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