Pesce d’aprile, un giorno da ridere: scherzi del passato, che divertimento!

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PESCE D’APRILE – E’ passato appena qualche decennio, ma sembrano trascorsi secoli! Erano divertentissimi e coinvolgenti infatti gli scherzi tra fanciulli ambosessi del tempo andato in occasione del primo aprile, occasione imperdibile per giocare e divertirsi con l’amico, la coetanea o il compagno di classe, col puntuale e simpatico scherzo del primo aprile, alias il “Pesce d’Aprile”, sinonimo di divertimento e bonaria presa in giro tra i minori del passato.

Gli scherzi più ricorrenti o meglio “Il Pesce d’Aprile” di allora? Tanti ovviamente, ma su tutti uno merita la menzione.

A casa nonne e mamma, munitesi di una pezza di lana, la ritagliavano a forma di pesce facendo attenzione a darle l’aspetto ad hoc, ossia di un pesciolino. Quindi, trovato in qualche tiretto domestico un po’ di gesso bianco o incaricato il figlio o il nipote di “recuperarlo” -leggi … prenderlo- dalla lavagna di classe a scuola, imbiancavano perfettamente col gesso il pesciolino di stoffa. Tutto questo chiaramente nei giorni precedenti il primo aprile perché il loro piccolo fosse pronto a fare scherzi ai coetanei nel giorno deputato, appunto il primo aprile. A quel punto il minore di casa si esercitava nel tenere nel palmo della mano il pesciolino di stoffa imbiancato col gesso senza farsi scorgere da altri, col quale fare lo scherzo del primo aprile ai coetanei che incontrava a scuola o per strada. Una volta adocchiato il primo aprile l’amica/amico cui tirare lo scherzo, il nostro col pesciolino imbiancato nel palmo della mano si avvicinava al soggetto preso di mira e gli poggiava la mano sulla spalla, a mò di saluto ed amicizia. Una volta accertatosi che il pesce imbiancato di gesso si era stampato sul retro della maglia dell’amico o sul cappotto della compagna, gridava a perdifiato “Pesce d’Aprile, Pesce d’Aprile … !” prima di darsela a gambe per non buscarle! Variante dello scherzo: non veniva segnalata la stampa appena imbiancata sul retro all’amico o alla coetanea, per cui il tizio destinatario del “Pesce d’Aprile” se ne andava in giro per il paese col marchio sulle spalle e senza saperlo, ovviamente esposto agli sfottò -sempre bonari ed amichevoli- dei coetanei, per cui una volta avvedutosi del “Pesce d’Aprile” stampatogli sul retro provvedeva a pulirsi in tutta fretta perché altri non lo prendessero in giro. Nel frattempo cercava di risalire a chi glielo aveva fatto per ricambiarlo coi dovuti interessi, ma difficilmente rintracciava l’autore dello scherzo.

Era questo il tipico e caratteristico “Pesce d’Aprile” del tempo che fu nei paesi piccoli e grandi del Molise di allora, coi quali i minori si divertivano un mondo socializzando in tutta amicizia e simpatia.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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